Perchè lavorare in Lima
Il nostro team è unito nell’obiettivo comune di restituire l’emozione del movimento, the eMotion of Motion, nei pazienti.
La nostra voce
Le nostre persone

Vi presentiamo John Oakley, General Manager at Lima Lima Orthopaedics New Zealand
Ciao John, presentati! Chi sei?
Salve a tutti, mi chiamo John Oakley e vivo in Nuova Zelanda. Ho iniziato a lavorare per LimaCorporate nel 2003, come rappresentante per il distributore locale, quando Lima New Zealand non era ancora nata. Poi, nel maggio 2009, sono stato nominato General Manager (GM) della neonata Lima Orthopedics New Zealand, ruolo che ricopro tuttora. Dal 2015 al 2019 ho anche ricoperto il ruolo di GM per Lima Australia. Oltre al lavoro, sono felicemente sposato e ho quattro figli grandi.
Ci puoi parlare del tuo percorso formativo e della tua carriera?
Mi sono laureato alla Massey University nel dicembre 1982. Nel 1985 lavoravo nell’ufficio marketing di un'azienda neozelandese, quando mi sono licenziato e ho preso un biglietto di sola andata per Londra. Lì ho conosciuto mia moglie, abbiamo vissuto in Inghilterra e abbiamo giocato insieme nel circuito internazionale di squash per 7 anni fino al 1992, quando siamo tornati in Nuova Zelanda.
Quali sono state le principali influenze sulla tua scelta professionale?
Ho iniziato a lavorare nel mondo ortopedico per caso. Quando sono tornato da Londra un conoscente mi ha offerto un lavoro in Nuova Zelanda, mi sono così spostato a Brisbane dove ho conosciuto Sam Scott Young che mi ha offerto un tirocinio in California presso un'azienda specializzata in chirurgia spinale. Il lavoro mi è piaciuto molto e quindi ho deciso di lavorare nel campo. Avevo già esperienza nel marketing e nelle vendite, e tutte le persone che ho incontrato durante la formazione mi hanno confermato che quello del venditore ortopedico è uno dei lavori più difficili al mondo, perché bisogna avere a che fare con chirurghi ortopedici il che implica conoscenza approfondita dei prodotti. Ma mi è piaciuta la sfida ed eccomi qui, oltre 20 anni dopo, e posso dire che mi sono davvero divertito in questi anni e mi sento molto fortunato a essere pagato per fare un lavoro che mi piace così tanto.
Hai ricoperto altri ruoli in LimaCorporte?
Quando ho iniziato, nel 2003, ero un agente. Nel 2009 sono diventato General Manager della neonata Lima Orthopaedics New Zealand. Dal 2015 al 2019 sono stato General Manager di Lima Australia e Lima Nuova Zelanda e poi, nel maggio 2019, sono stato riconfermato GM di Lima Orthopaedics New Zealand. Non ho avuto altri ruoli in LimaCorporate, ma essere un GM significa indossare molti cappelli diversi. Grazie a quel ruolo sono stato responsabile delle risorse umane, delle vendite e del marketing e ho supervisionato il reparto operativo. Non ho avuto titoli formali all'interno di Lima NZ, ma credo che essere un GM richieda una conoscenza di tutti i reparti dell'azienda.
Puoi descriverci una tua giornata tipo?
Questa devo dire che è una domanda davvero interessante. Anche se sono un GM, mi piace ancora stare in sala operatoria, quindi trascorro 2/3 giorni alla settimana sul campo a supportare i chirurghi. In Nuova Zelanda abbiamo circa 70/80 clienti abituali che ci richiedono principalmente per casi di anca e spalla. Conosco la maggior parte di questi chirurghi molto bene perché sono stato io ad introdurli al mondo LimaCorporate e per questo mi piace ancora andare in sala operatoria con loro. Oltre ai 2 o 3 giorni in sala operatoria, trascorro regolarmente del tempo a discutere i profitti e le perdite con i responsabili vendite, rivedendo le vendite del mese e l'EBITDA. Oltre a queste due attività mi occupo attivamente anche della ricerca di nuovo personale (ultimamente stiamo crescendo molto), mi aggiorno su cambiamenti del nostro settore a livello governativo, supervisiono i prezzi dei prodotti, la formazione del personale e il nostro QMS. Mi occupo anche delle risorse umane, della registrazione dei prodotti e della pianificazione strategica. Il mio lavoro consiste nel capire quali sono le nostre sfide, cosa fanno i nostri concorrenti e quali attività formative dobbiamo organizzare per i chirurghi. Si tratta di mantenere il nostro marchio al centro dell'attenzione dei nostri clienti e di rimanere il numero uno nel mercato della spalla in Nuova Zelanda. Ciò che mi piace di più dell'essere un GM è la varietà dei ruoli che svolgo in azienda. Posso passare in un batter d'occhio dal parlare dei profitti delle vendite alle attività con le persone. Ricordo che una volta ho convinto il registro qui in Nuova Zelanda a rivedere un grafico che riportava dati errati su LimaCorporate. Sono tutte cose che avvengono dietro le quinte e che nessuno vede, ma che sono molto importanti per l'azienda.
Puoi parlarci della crescita di Lima New Zealand nei 20 anni in cui è stato GM?
Quando ho iniziato nel 2003 nessuno conosceva LimaCorporate, siamo partiti da zero. A settembre 2003 ci hanno prenotato per la prima volta per una chirurgia di spalla e quello è stato l'inizio di tutto. Quando LimaCorporate ha aperto la filiale in Nuova Zelanda nel 2009, raggiungevamo a malapena i 2 milioni di fatturato, mentre ora superiamo i 10.000.000 di dollari neozelandesi all'anno.
Quali sfide hai affrontato nel tuo ruolo?
Nel settore ortopedico ci sono aziende molto grandi e molti chirurghi, soprattutto i più giovani, conoscono bene i nostri maggiori concorrenti, ma non conoscono ancora LimaCorporate. Abbiamo dovuto lottare fin da subito per far conoscere il marchio e credo che l'inizio sia stata la sfida più grande. Quando nessuno ti conosce devi intensificare le tue attività di vendita, devi presentarti a molti chirurghi e partecipare a molte conferenze. A parte questo, anche l’assunzione di nuovi colleghi è una sfida. Quando le persone non conoscono l’azienda e le vendite sono basse, può essere difficile far entrare a far parte della squadra persone valide, ma una volta che ci si fa una reputazione sul mercato, le persone vogliono far parte della tua azienda. Ora non abbiamo problemi sotto questo punto di vista.
Secondo te, qual è la ricetta del successo di Lima Orthopedics New Zealand?
Penso che non si possa sperare di fare qualcosa in un mercato se non si ha un prodotto fantastico. Secondo me gli ingegneri sono dei geni. Ho trascorso una settimana con Michele Pressacco (Vice President of R&D and Innovation di LimaCorporate) e conosco molto bene Andrea Fattori (Product Development Director Extremities & Fixation di LimaCorporate), sono tra i migliori progettisti ortopedici al mondo. Ora siamo leader di mercato in impianti come la glenoide a 360°, per non parlare dell'intero Sistema Modulare di Spalla che è piuttosto brillante. Quindi, uno degli ingredienti del successo riguarda la nostra gamma di prodotti. Il secondo ingrediente di successo è sicuramente il personale LimaCorporate. Negli ultimi 20 anni ho avuto la fortuna di lavorare con molte persone fantastiche, la maggior parte delle quali lavora ancora in questa azienda, e se le persone sono in gamba tutto è possibile. In Nuova Zelanda abbiamo una bassa percentuale di rotazione del personale, perché le persone amano l'azienda e restano con noi.
Con quali gruppi LimaCorporate lavori principalmente?
Ho lavorato con molte persone della sede centrale. Tutti i vicepresidenti, gli amministratori delegati e i product manager sono stati tutti di grande aiuto per Lima New Zealand.
In che modo la tua carriera in LimaCorporate ti ha permesso di sviluppare le tue capacità?
Penso che mi abbia permesso di diventare un venditore migliore perché, come detto, quello ortopedico è un settore difficile. Non ho avuto una formazione specifica sulle vendite, ma ho imparato sul campo cosa funziona e cosa no. Nel 2007 ho anche vinto un premio per il "maggior numero di nuovi clienti". Penso che anche la mia gestione delle persone sia stata abbastanza buona, gestisco un'organizzazione in cui tutti si aiutano a vicenda. Lavorare per LimaCorporate mi ha aiutato a imparare come costruire una squadra. Se si ha la volontà di migliorare, tutto è possibile.
Lavori con persone esterne a LimaCorporate?
Ho molti contatti con i chirurghi. Collaboro anche direttamente con un centro di ricerca qui in Nuova Zelanda, con il quale abbiamo 3 o 4 studi clinici in corso; interagisco con le persone che vi lavorano e con l'infermiera clinica che gestisce questi progetti per noi. Inoltre, collaboro con le compagnie di assicurazione sanitaria per cercare di aumentare il livello di assistenza ai pazienti e con un gruppo chiamato Medical Technology Association of New Zealand, che è la voce in Parlamento per l'industria dei dispositivi medici. Infine, mi occupo anche dei registri ortopedici e dell’organizzazione di conferenze.
Ci puoi parlare del tuo rapporto con i chirurghi?
Probabilmente ho il numero di cellulare di oltre cento chirurghi in Nuova Zelanda, loro si fidano di me. Credo sia importante che noi, come fornitori di protesi, sappiamo dove ci collochiamo nella catena ed è molto importante rispettarli sia dentro che fuori la sala operatoria. Siamo coloro che risolvono loro i problemi quando ci sono criticità con gli impianti e a me piace aiutarli. Il rapporto con i chirurghi si basa sulla fiducia e si costruisce in un lungo periodo di tempo. È importante anche sapere di cosa si sta parlando. Dico sempre ai miei collaboratori: "Non si sta in sala operatoria solo per aprire una scatola, bisogna essere pronti a rispondere alle domande. Si aspettano che tu sappia". Non faccio mai entrare il mio personale in sala operatoria se non è completamente preparato.
C'è ancora un chirurgo con cui ha lavorato fin dai primi anni di attività in LimaCorporate?
Ci sono diversi chirurghi con cui ho lavorato negli ultimi 15 anni, ma non dall'inizio. Nel 2003 ho iniziato a lavorare con Tim. Ma è andato in pensione qualche anno fa. In questi anni non abbiamo perso molti clienti. Lavoriamo duramente per averli tra le nostre fila e quando lo sono non diamo loro motivi per lasciarci.
LimaCorporate si impegna a trasformare continuamente l'ortopedia per i pazienti. Cosa significa per te?
Significa che siamo responsabili della gamma di impianti per renderla sempre migliore per i pazienti e per la loro qualità di vita. È importante che noi, come azienda, continuiamo a sviluppare i nostri prodotti. Tutti nel settore cercano di migliorare la qualità della vita dei pazienti e per me è importante sapere quale deve essere il nostro obiettivo. Ovviamente dobbiamo essere redditizi e offrire buoni posti di lavoro a brave persone, ma tutti lavorano per migliorare le protesi per ripristinare l’emozione del movimento, the eMotion of Motion, nei pazienti.
In che modo tu e il tuo team promuovete quotidianamente l'innovazione?
Forniamo input nella progettazione dell'impianto, siamo il collegamento tra chirurghi e ingegneri. Abbiamo avuto un impatto notevole sulla chirurgia della spalla.
Qual è secondo te la principale differenza tra LimaCorporate e i suoi concorrenti?
Siamo un'azienda europea, mentre la maggior parte dei nostri concorrenti sono americani. Credo che molti chirurghi amino l'Europa e l'Italia. Alcuni chirurghi hanno una preferenza, specialmente quando incontrano ingegneri italiani e discutono di progettazione. Penso anche che sia stato un privilegio lavorare per un'azienda italiana negli ultimi 20 anni. All'inizio non volevo accettare il lavoro in Australia, ma uno dei motivi per cui l'ho accettato è che l'azienda era adatta a me. Credo che sia il design italiano a fare la differenza. La Nuova Zelanda conosce ciò che la cultura italiana ha portato nel mondo, come le auto veloci, il cibo e il vino, la moda fantastica. L'immagine che i neozelandesi hanno dell'Italia è straordinaria e credo che questa idea sia stata recepita nel design degli impianti ortopedici. Uno dei nostri chirurghi, all'inizio della nostra collaborazione, ha preso in mano il sistema per la spalla e ha detto: "Questo è lo stelo dell'omero che ha la forma più elegante del mercato". Penso anche che alcuni chirurghi preferiscano lavorare con piccole aziende piuttosto che con quelle grandi, perché ritengono che la loro offerta sia più significativa.
Cosa ti piace del tuo lavoro?
Mi piace lavorare con le persone e con i chirurghi. Mi piace sentirmi utile. Mi emoziono ogni giorno e per me è molto difficile andare in pensione. Sono sempre le persone con cui si lavora a fare la differenza. Inoltre, grazie al mio lavoro in LimaCorporate, ho avuto l'opportunità di conoscere molte persone meravigliose in tutto il mondo.
Quali sono i risultati di cui vai più fiero in LimaCorporate?
Credo che la crescita di Lima New Zealand sia un risultato di cui sono più orgoglioso e pensare che il gruppo neozelandese continuerà a lavorare anche dopo la mia pensione è straordinario. Quando guardo il registro ortopedico e vedo che abbiamo la quota di mercato di spalla più alta e anche il tasso di revisione più basso, mi rendo conto che abbiamo lavorato bene nel corso degli anni.
In che modo il tuo lavoro contribuisce all'obiettivo aziendale di LimaCorporate di ripristinare l’emozione del movimento nel paziente?
eMotion of Motion è il nostro slogan ma è molto più di questo. È fonte della passione che mi ha accompagnato in questi 20 anni di carriera.
Può descrivere la cultura aziendale di LimaCorporate in tre parole?
Italiana, passione e design.
Che cosa ti appassiona al di fuori del lavoro?
La mia passione è la mia famiglia. Ho una moglie meravigliosa che mi ha sostenuto in molti modi negli ultimi 20 anni di viaggi in Nuova Zelanda. Ho quattro figli con cui amo passare il tempo, amo giocare a golf con loro, viaggiare con loro, bere una birra con loro.
Che consiglio daresti ai colleghi più giovani che hanno appena iniziato a lavorare in LimaCorporate?
Prima di tutto mi congratulerei per essere entrati nel mondo dell’ortopedia, e poi direi: "Lavorate sodo e imparate il più possibile. Rimanete nel settore, potrete avere una carriera fantastica.” Per riassumere, il mio consiglio è: godetevi il viaggio, sarà meraviglioso!”

Vi presentiamo Fabio Piccoli, Packaging e Labelling Operator di LimaCorporate
Ciao, raccontaci un po’ di te. Chi sei? Da dove arrivi? Qual è il tuo ruolo all’interno di LimaCorporate?
Ciao a tutti, mi chiamo Fabio e ho 35 anni. Da circa tre anni abito a Villanova, ma sono originario di Treppo Grande, un paese della zona collinare del Friuli-Venezia Giulia. Sono Packaging e Labelling Operator (impacchettatura e imballaggio delle protesi) in LimaCorporate da 5 anni, festeggiati lo scorso 19 marzo.
Ci puoi parlare della tua carriera lavorativa? Come sei arrivato in LimaCorporate? Quando? Perché?
Io sono diplomato come tecnico dei servizi turistici e per quattro anni ho lavorato in albergo come receptionist. Dopo questa prima esperienza mi sono avvicinato al mondo produttivo lavorando come addetto al confezionamento per una azienda produttrice di cibo per animali. È così che mi sono appassionato al lavoro che mi ha portato, alcuni anni dopo, a entrare in LimaCorporate. Ti racconto un aneddoto legato ai miei primi colloqui in LimaCorporate. Contemporaneamente alla chiamata dalla Lima ho ricevuto anche quella dall’ospedale per un’intervento. Ho quindi dovuto annullare il colloquio già fissato ma la mia onestà è stata apprezzata e sono stato richiamato.
Hai notato dei cambiamenti nel tuo lavoro da quando hai iniziato?
Sì, in questi cinque anni di cambiamenti ce ne sono stati molti, soprattutto in termini di espansione e di evoluzione delle tecnologie. Per esempio, appena arrivato, il montaggio degli astucci veniva fatto completamente a mano, mentre la stampa delle etichette veniva fatta da altri operatori che a loro volta le passavano a noi. Oggi ci sono dei robot che costruiscono una parte della scatola che contiene le protesi; le etichette vengono stampate da noi ed esiste un macchinario che, operando in radiofrequenza, riesce ad identificare il contenuto delle varie scatole. Il nostro può sembrare un ruolo banale, ma in realtà siamo le ultime persone che vedono la protesi prima che parta per le sale operatorie di tutto il mondo. Spetta a noi dare il controllo finale e verificare che che tutto sia perfetto. Siccome siamo italiani e anche l’occhio vuole la sua parte, ci sinceriamo che anche la scatola non presenti difetti esterni.
Ci hai incuriositi! Raccontaci in cosa consiste il tuo lavoro? Ci puoi descrivere una giornata tipo?
Lavoro su tre turni, alternando mattine, pomeriggi e sere. Ogni turno inizia sempre con un caffè in compagnia dei miei colleghi. È un momento di condivisione che non manca mai e che ci aiuta a rafforzare i legami del gruppo. Dopo il caffè andiamo in reparto dove organizziamo le attività della giornata a seconda delle varie priorità. Poi prepariamo le varie scatole inserendo tutti i diversi pezzi necessari alla composizione di una protesi. Un secondo operatore, infine, si occupa di incellofanare la scatola. Collaboriamo molto tra di noi e questa è una cosa molto importante secondo me perché nei rari momenti di difficoltà sappiamo fare squadra.
Ad esempio?
Per esempio, quando lavoriamo con le protesti fatte su misura, ogni tanto ci capita di dover pensare alla sistemazione di protezioni aggiuntive all’interno delle scatole. Può anche succedere che i pezzi vengano danneggiati durante il trasporto oppure che non superino il processo di sterilizzazione. Non capita spesso ma quando accade dobbiamo essere pronti a trovare una soluzione alternativa affinché ai chirurghi arrivi un prodotto conforme alle aspettative.
Quali sono le principali sfide che hai affrontato da quando lavori in LimaCorporate?
Durante questi cinque anni sono state diverse le sfide che abbiamo affrontato tutte correlate alla digitalizzazione dell’azienda. Ad esempio, abbiamo imparato ad utilizzare un nuovo gestionale dedicato alla stampa delle etichette. Negli anni inoltre sono stati inseriti diversi macchinari che hanno modificato e migliorato il nostro lavoro.
Con chi ti interfacci principalmente? Sia personale interno all’azienda che esterno.
Durante il mio lavoro mi interfaccio principalmente con i miei colleghi e il nostro responsabile. Per quanto riguarda il personale esterno, mi interfaccio con i corrieri per organizzare il ritiro delle spedizioni.
Cosa ti piace di quello che fai? Che cosa ti guida nel tuo lavoro?
Mi piace sapere che quello che faccio ogni giorno è importante per i pazienti e so che migliorerà la loro vita. I pezzi che maneggio ogni giorno verranno inseriti in un corpo umano e sento la responsabilità di trattarli con cura. Mi impegno al massimo perché nella vita non si sa mai, magari in futuro serviranno a me
Di che cosa sei più fiero da quando lavori in LimaCorporate?
È una bella azienda in cui si lavora molto bene. Avendo vissuto altre realtà lavorative lo dico con cognizione di causa. È una realtà dove il lavoro di squadra è molto importante e il mio gruppo di lavoro è fantastico. Non è una cosa scontata trovare colleghi con cui lavorare bene. Secondo me è una cosa importantissima e necessaria per portare avanti qualsiasi progetto. Noi ci confrontiamo giornalmente, parliamo dei nostri dubbi e ci aiutiamo a vicenda. Posso dire con sicurezza che l’esperienza in LimaCorporate mi sta arricchendo molto.
Il motto di LimaCorporate è “ripristinare l’emozione del movimento (the emotion of motion)”. Cosa vuol dire per te?
Fare acquistare la gioia e il benessere ad una persona.
Puoi descrivere la cultura di LimaCorporate in tre parole?
Benessere dei dipendenti. Se un dipendente sta bene l’azienda ci guadagna molto perché è invogliato ad andare al lavoro e a dare il massimo ogni giorno. Innovazione e sfida.
LimaCorporate è guidata dal voler trasformare l’ortopedia per i pazienti, cosa significa questo per te?
Questo scopo è molto importante, dimostra l’interesse che ha l’azienda nel curare al meglio i pazienti. E si vede dalle cose più piccole, come ad esempio la cura e l’attenzione per presentare al meglio anche le scatole che contengono le protesi.
Quali sono i tuoi hobby?
Amo camminare, stare con animali, e leggere. Leggo principalmente romanzi gialli oppure romanzi storici.
Se per ipotesi tu potessi fare un altro mestiere, quale vorresti fare e perché?
Il cuoco. Perché sono bravo a cucinare e soprattutto a mangiare. In passato ho anche insegnato accoglienza turistica presso un istituto alberghiero della zona.
Quale consiglio daresti a te stesso da giovane?
Avere più fiducia in me stesso.

Vi presentiamo Ingrid Visentini, Software Development Manager di LimaCorporate
Come ti chiami, da dove vieni e di cosa ti occupi?
Mi chiamo Ingrid Visentini. Sono nata a Udine e sono Software Development Manager, ovvero mi occupo della gestione della parte di sviluppo software dei pianificatori spalla, anca e ginocchio per LimaCorporate.
Qual è stato il tuo percorso universitario e come si è sviluppata la tua carriera lavorativa?
Ho frequentato il liceo classico per poi proseguire i miei studi iscrivendomi a Informatica, un corso STEM (ndr. Science, Technology, Engineering and Mathematics). Sono forse una delle poche ragazze ad essersi diplomate al liceo classico per poi finire iscritta ad un corso STEM, ma sono sicura che in futuro ce ne saranno sempre di più! Dopo la prima laurea ho continuato a studiare conseguendo un dottorato di ricerca e successivamente una terza laurea. Il mio percorso di studi mi ha portata anche all’estero in Spagna, Inghilterra e Austria. Subito dopo il dottorato ho iniziato a lavorare per l’Università di Udine per poi spostarmi in Liguria, a La Spezia, dove ho lavorato per due anni in un centro di ricerca marittima della NATO. Quando è nato il mio primo figlio ho deciso di rientrare in Friuli-Venezia Giulia. Per cinque anni ho lavorato in ambito siderurgico meccanico presso una grande azienda del territorio. Quando è nata la seconda figlia ho lavorato da casa come consulente per un paio di anni fino a ricevere l’offerta di LimaCorporate, dove lavoro da circa due anni.
Cosa ti ha spinto a scegliere informatica?
Una propensione al ragionamento astratto, molto probabilmente. Questa è una cosa che accomuna molti informatici. Siamo spesso persone introverse e schive che non amano il rapporto con il pubblico. Le caratteristiche del corso di laurea facevano per me.
Hai trovato affinità tra il liceo classico e l’informatica?
All’inizio ho avuto molte difficoltà perché ho dovuto partire da zero con tutta la parte di matematica e analisi. Va detto che sicuramente il liceo è una buona palestra, perché permette di imparare un metodo di studio. Per questo non bisogna fermarsi all’idea “liceo classico = materie umanistiche”. Non so se frequentare il liceo scientifico avrebbe inciso sulla mia carriera, poiché non credo che siano le superiori a condizionare lo sbocco lavorativo. Io sono promotrice delle donne in STEM perché la donna ha delle soft skills diverse rispetto agli uomini. Del mio gruppo di lavoro ci sono persone di entrambi i sessi e il livello delle competenze è molto alto in entrambi i casi. Non ci sono differenze; perciò, dico alle ragazze: “Ce la possiamo fare. Non è un obiettivo irraggiungibile e non dobbiamo partire prevenute.” Anche se siamo sottorappresentate in ambito STEM, e ancora di più nella parte di informatica, porto sempre ad esempio la storia di Ada Lovelace, la prima donna informatica, la prima programmatrice, che gettò le basi della moderna informatica, ideando e descrivendo il primo algoritmo della storia. Inoltre, le cose si fanno spesso anche in maniera inconsapevole, come disse Margaret Hamilton, responsabile del software di bordo del progetto Apollo: “Guardando indietro eravamo le persone più fortunate del mondo. Non avevamo altra scelta che essere pionieri.” È così che ragionano i pionieri ed è così che dovrebbero fare le ragazze. Non dovrebbero porsi il problema o costruirsi barriere da sole. Un piano B si trova sempre, l’importante è iniziare. Bisogna solo avere il coraggio di uscire dalla zona di comfort e provare qualcosa di diverso. Questo è quello che insegno a tutti, indipendentemente dal genere. Lo insegno ai miei figli e lo raccomando ai ragazzi che lavorano con me. Bisogna sperimentare.
Perché hai scelto LimaCorporate?
Ho scelto LimaCorporate per la sua mission bellissima, restituire l’emozione del movimento nei pazienti è qualcosa che dà veramente soddisfazione. È difficile vedere un impatto immediato con i software perché sono qualcosa di immateriale che a fine giornata non esiste come entità fisica. L’impatto visibile è a lungo termine quando il chirurgo conferma che è andato tutto bene oppure quando vedi il risultato sui pazienti e pensi alle persone che hanno la possibilità di riconquistare il movimento di una spalla o di ricominciare a camminare. Sono semplici gesti, quasi scontati, che però rendono la vita migliore. Per me questo è uno stimolo molto forte a dare il massimo nel mio lavoro.
Da quanto tempo lavori in LimaCorporate? Il lavoro precedente era simile o ti occupavi di qualcosa di diverso?
Lavoro in LimaCorporate da due anni. Nella mia carriera ho sempre avuto ruoli molto diversi, per questo dico che bisogna avere il coraggio di uscire dalle zone di confort ed esplorare. Alla NATO mi occupavo di tracciamento di navi. In Danieli, importante azienda friulana del settore metalmeccanico, mi occupavo di strumentazione di misura basata su dispositivi ottici (misura di precisione basata su telecamere) e adesso mi occupo della parte software dei pianificatori preoperatori. Sono argomenti diversi tra loro ma sono accomunati da un fil rouge: software e nozioni di geometria 3D e di matematica. Quello che cambia è il contesto e il campo di applicazione. La figura dell’informatico è ancora una figura molto duttile (così come il matematico) che si presta molto bene ad applicazioni in campi diversi, molto vari ed eterogenei tra di loro.
Prima del tuo attuale ruolo, hai ricoperti altri ruoli all’interno di LimaCorporate?
Sono entrata in azienda come Software Development Leader. Il mio ruolo attuale non è diverso, implica solo un gruppo più grande, composto da quasi 10 persone.
Puoi descrivere la tua giornata tipo?
Inizia presto e finisce tardi. La mia giornata tipo lavorativamente parlando inizia con una mattina in cui organizzo le cose da fare e do un contributo al gruppo italiano. Il mio team di lavoro è diviso in due parti, metà in HQ a San Daniele e metà negli Stati Uniti, a Knoxville, al Lima Digital Research Center. Dedico la mattina, quando possibile, alla fase di sviluppo aiutando i miei ragazzi. Il pomeriggio è dedicato invece al gruppo negli Stati Uniti. Abbiamo diverse call di allineamento per risolvere i problemi che ci possono essere. La mattina ci focalizziamo anche su eventuali criticità cros-dipartimentali in HQ. Supportiamo tutta la parte di Qualità, di Regulatory. Questa dicotomia tra mattina e pomeriggio è dovuta principalmente al fuso orario.
Quali sono le sfide che affronti nel tuo lavoro?
La sfida principale è portare una cultura informatica in un’azienda manifatturiera abituata ad avere prodotti hardware. Anche acquisendo un prodotto già finito, c’è molto lavoro da fare che richiede una pianificazione a lungo raggio. È sicuramente una sfida ma questo approccio è nella nostra natura e non ci spaventa. Siamo pionieri in tutto e sono sicura che anche da questa sfida usciremo con una soluzione molto innovativa. Questa è la parte più nascosta dello sviluppo software. Tutti immaginano gli informatici come dei semplici “batti tasti”, persone che si mettono davanti alla tastiera e risolvono delle righe di codice. In realtà c’è una parte preparatoria, fatta di design, astrazione, modellazione, e tanto problem-solving. Affrontiamo problemi molto vari tra di loro con tecniche e competenze diverse. Nello sviluppo software c’è anche una componente molto astratta e creativa. Tutti i software richiedono un certo grado di astrazione e modellazione, che vanno al di là delle semplici azioni meccaniche, altrimenti potrebbero farlo direttamente le macchine
Stai lavorando su qualche progetto interessante?
Al momento ci stiamo concentrando su questi pianificatori preoperatori, mentre un secondo gruppo all’interno di LimaCorporate si sta occupando della parte intraoperatoria. Per la prima volta vedo un doppio binario di ricerca applicata e teorica sullo stesso tema e ne sono entusiasta! C’è un piano A, che ci consentirà di essere competitivi sul mercato, e un piano B che, secondo me, ci permetterà di fare la differenza ed essere pionieri. È molto bello perché abbiamo stretti rapporti con l’università e la Digital Transformation è ormai un tutt’uno con la Ricerca e Sviluppo. Ho trovato dei colleghi davvero preparati, a tutti i livelli. Sono persone creative, che riescono a fare ricerca applicata. Assieme stiamo vivendo una fase interessante con un’espansione verso l’AI che 10 anni fa sarebbe stata inimmaginabile.
Con che team lavori principalmente all’interno di LimaCorporate?
Il nostro dipartimento è coinvolto in diversi aspetti che precedono la produzione. Quindi collaboriamo con gli uffici Regulatory, Marketing, Qualità e Operations. Questo perché è impossibile pensare al software all’interno di una azienda come ad una bolla. Tutte le funzioni sono pervasive e impattano sulle altre. In questi due anni abbiamo avuto la possibilità di collaborare con molte persone. All’interno dell’azienda ci conoscono un po’ tutti, anche se nessuno sa di cosa ci occupiamo nel dettaglio perché siamo un gruppo nuovo e ancora piccolino. C’è molta collaborazione anche se la cultura informatica è ancora in costruzione. Ci si sta rendendo conto che il mercato è affamato di software, e sono questi a spingere l’innovazione della nostra offerta Stiamo toccando campi inesplorati e difficili poiché l’ambito medicale è altamente regolamentato e c’è un perimetro stretto e molto ben definito in cui ci possiamo muovere. Inoltre le tempistiche “burocratiche” per le certificazioni sono dilatate, a volte sembra andare tutto a rilento rispetto al mondo esterno. Non dobbiamo mai dimenticarci, però, che alla fine di tutto il processo ci sono sempre dei pazienti e tutto deve essere molto controllato e sicuro principalmente per loro. Per questo motivo la sicurezza deve venire prima della velocità. Nel medicale non si può fare il passo più lungo della gamba.
La tua carriera all’interno di LimaCorporate ti ha permesso di accrescere le tue competenze?
Sicuramente, ma non solo le mie ma anche quelle del mio team. Vedo che c’è finalmente un bel gruppo unito, di cui vado orgogliosa. Stiamo crescendo tutti assieme, ci stiamo aiutando e siamo molto affiatati. Veniamo tutti da ambiti diversi con competenze diverse e chi aveva già esperienza nel medicale ha aiutato gli altri. Sicuramente questa crescita non è solo professionale ma anche personale e di gruppo. Mi sento responsabile nei confronti dei ragazzi che seguo, mi sento una figura di riferimento che deve aiutarli a crescere. Quando facciamo del training lo facciamo assieme, quando bisogna condividere le informazioni lo facciamo, tendiamo ad aiutarci perché vogliamo andare avanti tutti allo stesso passo e non vogliamo lasciare nessuno indietro.
Con chi collabori al di fuori di LimaCorporate?
È capitato che per qualche SkillsLAB avessi contatti con chirurghi ma si è sempre trattato di contatti minori. La mia speranza è che i chirurghi abbiano una voce, in quanto utenti finali, nello sviluppo del nostro software perché il feedback dall’utilizzatore finale è molto importante. Collaboriamo anche con fornitori esterni che ci aiutano nella creazione del software.
LimaCorporate è guidata da questa voglia di migliorare l’ortopedia per i pazienti. Cosa significa questo per te?
Come in tutte le cose ci deve essere evoluzione per garantire la sopravvivenza. Questo vuol dire che tutti devono evolvere. Bisogna accettare il cambiamento, bisogna incorporarlo e trarne beneficio. È giusto che LimaCorporate cambi ed evolva ed è anche giusto che anche il gruppo evolva. Le tecnologie non sono le stesse, è giusto uscire dalla zona di confort per esplorare nuove tecniche e nuovi approcci.
Ci puoi fare un esempio di qualche innovazione su cui avete lavorato per risolvere uno specifico problema del paziente?
Stiamo lavorando su delle tecniche che permettano al chirurgo di velocizzare e migliorare il suo approccio al trattamento del paziente grazie all’intelligenza artificiale. Lavoriamo soprattutto sulla segmentazione di immagini e la ricostruzione di anatomie, perché anche l’hardware ci consente di fare cose che fino a 10 anni fa erano impossibili.
Questo come posiziona LimaCorporate rispetto ai competitor?
Adesso siamo sicuramente in una buona posizione ma dobbiamo fare un passo oltre. Bisogna evolvere, trovare nuove strade per offrire il meglio ai nostri pazienti. Con i software la percezione del cambiamento è difficile, perché l’utente finale vede solo l’interfaccia grafica. Dietro c’è tutto un mondo di elaborazione dell’immagine, di modelli 3D e questa è la parte che bisogna cambiare. Bisogna fornire servizi più efficienti per permettere all’hardware di essere valorizzato.
Cosa ti piace del tuo lavoro?
La componente creativa. C’è tanta astrazione e tanta creatività in quello che facciamo. È qualcosa che è imprescindibile per una mente curiosa che brama un lavoro stimolante e sempre diverso. Ci sono sempre problemi da risolvere, sfide da affrontare, approcci nuovi e diversi da implementare.
Qual è la cosa che ti rende più fiera da quando sei in LimaCorporate?
I progressi incredibili che sta facendo il mio gruppo, di cui sono molto orgogliosa. Professionisti veramente bravi che vedo crescere, sia a livello professionale che personale. Siamo tutti molto motivati perché vogliamo creare qualcosa che sia utile, funzionale ma anche estremamente piacevole e usabile. Questo richiede l’unione di soft e hard skills.
Il tuo lavoro come contribuisce a raggiungere ambizione di LimaCorporate di restituire l’emozione del movimento?
Sono le tecnologie che valorizzano l’hardware. L’hardware è la parte grossa, che fa la parte del leone perché viene impiantato fisicamente nel paziente. Però ci sono una serie di servizi che rendono la vita del chirurgo migliore e di conseguenza quella del paziente. Sono tecnologie enabilng, “di contorno”, ma necessarie.
Puoi descrivere la cultura di LimaCorporate in tre parole?
Persone. Innovazione. Qualità. Cerchiamo la qualità in tutto quello che facciamo e vogliamo farlo bene.
C’è qualcosa che ti ha sorpreso quando sei entrata in LimaCorporate?
La cura per le persone intesa come cura del percorso formativo delle persone. C’è tanta voglia di far crescere le persone, è un bel ambiente in cui si possono sviluppare idee, si può sperimentare. E poi mi meravigliava questa ricerca per la qualità, per le cose fatte bene.
Ti è mai capito di lavorare con le filiali?
Viaggio solo verso Knoxville negli Stati Uniti dove ha sede una parte del mio gruppo di lavoro.
LimaCorporate ha più di 75 anni di storia, come questa cultura ci rende diversi dai nostri concorrenti?
La differenza la fanno l’impostazione e la cultura. Come impostazione c’è la ricerca della qualità e dell’innovazione, che ci fa essere culturalmente portati a fare delle cose funzionali, belle e affidabili. Questo è un punto cardine della cultura manifatturiera italiana vincente che piace all’estero di cui LimaCorporate fa parte.
Secondo te questa nostra eredità influenza ancora oggi i nostri prodotti?
Una delle prime cose che ho imparato appena arrivata in azienda è che LimaCorporate non è nata come azienda ortopedica ma faceva altro e mi sono sempre detta “che coraggio ad innovare!”. Questa è stata per me la scintilla che mi ha fatto piacere subito LimaCorporate. Quando c’è questo mindset si può fare di tutto. 75 anni di storia sono tanti, ma in essi vedo un chiaro manifesto di cambiamento. Non bisogna avere paura di innovare.
Che cosa fai nel tuo tempo libero?
Mi piace molto passare del tempo nella natura, in silenzio. Il mio ideale di viaggio sarebbe sei mesi al Polo Nord in una spedizione scientifica. Mi piace la natura, vado spesso a camminare nei boschi. La porto addirittura in casa, dove ho le mie culture batteriche. La natura mi fa capire che non tutto deve essere razionale e razionalizzato. La natura sfugge alla nostra volontà moderna di voler sempre giustificare tutto e scrivere tutti i passi di un programma. Dopo aver trascorso la giornata a mettere ordine, mi piace contemplare la casualità del tutto.
In una vita alternativa quale sarebbe la tua professione?
La pasticciera! Un altro lavoro che richiede precisione e creatività.

Vi presentiamo Drew Martin, Product Manager Lima Australia
Come ti chiami? Da dove vieni e qual è la tua attuale posizione lavorativa?
Ciao a tutti, mi chiamo Drew Martin. Sono originario di Brisbane, ma vivo a Sydney. Sono il Product Manager per il portafoglio prodotti di spalla e anca di Lima Australia.
Ci puoi descrivere il tuo percorso prima di entrare in LimaCorporate. Come si è sviluppata la tua carriera?
Sono laureato in Ingegneria Biomedica presso la Queensland University of Technology di Brisbane. Ho scelto questo corso di studi perché credevo di volermi dedicare alla ricerca e allo sviluppo, ma alla fine ho cambiato idea. Dopo la laurea, ho trascorso un anno a Nuova Delhi, in India, dove ho frequentato un corso post-laurea in progettazione di dispositivi medici presso l'All-India Institute of Medical Sciences. Al termine di quell'esperienza, ho capito che non mi interessava lavorare nel settore della ricerca e dello sviluppo e che desideravo avere un contatto più diretto con le persone. Sono quindi tornato in Australia e ho iniziato a lavorare come Clinical Specialist Support per Lima Australia. È un settore molto diverso rispetto a quello in cui mi sono specializzato, ma che mi rende molto felice.
Perché sei entrato in LimaCorporate?
Sono entrato in LimaCorporate perché volevo lavorare nel settore dei dispositivi medici. Volevo aiutare i chirurghi a curare i pazienti, piuttosto che stare dietro ad un computer a progettare i dispositivi. Volevo essere al centro dell’azione e con LimaCorporate posso farlo. È un'azienda fantastica per cui lavorare.
Da quanti anni lavori in LimaCorporate? Prima di iniziare a lavorare per LimaCorporate ricoprivi un ruolo simile in altre aziende?
Sono entrato in LimaCorporate quattro anni e mezzo fa. È il mio primo lavoro nel settore.
Hai ricoperto altri ruoli all’interno dell’azienda?
Quando ho iniziato a lavorare in Lima Australia, ho iniziato come Clinical Support Specialist. Poi sono diventato Product Specialist e successivamente Product Manager.
Come si svolge una tua giornata tipo?
Non ho una routine tipica perché ogni giorno è diverso. Di solito parlo molto con i chirurghi perché per il mio mestiere è importantissimo sentire la loro voce. Interagisco molto anche con i team in HQ. Ad esempio, sono costantemente in contatto con i team di marketing per gli aggiornamenti dell'offerta prodotti. Oppure il team Supply & Demand, oppure ancora il team ProMade. Il mio lavoro comprende molti viaggi. Non scherzo quando dico che sono seduto su un aereo ogni due giorni. Quindi, posso davvero dire che ogni giorno è diverso.
Quali sono le sfide che affronti ogni giorno?
La sfida più grande che affronto al lavoro è… che ogni giorno mi riserva sorprese. C’è sempre qualcosa di nuovo da imparare. È una sfida ma anche molto divertente.
Con chi collabori principalmente al di fuori di LimaCorporate?
Lavoro soprattutto con chirurghi australiani e con i principali opinion leader del nostro settore. Recentemente ho lavorato con un fornitore per un progetto legato a nuovi modi di mostrare le chirurgie. È stata una collaborazione molto utile e interessante, soprattutto perché mi ha permesso di capire come lavorano le altre aziende e come possiamo utilizzare nuovi strumenti digitali a nostro vantaggio in futuro.
LimaCorporate è impegnata a trasformare continuamente l'ortopedia per i pazienti. Cosa significa questo per te?
Per me significa dare ai chirurghi le soluzioni di cui hanno bisogno. LimaCorporate cresce costantemente, senza fermarsi, e si adatta alle esigenze di chirurghi e pazienti. Ciò è dimostrato dalla continua introduzione di nuovi prodotti sul mercato. Anche se l'arrivo di questi nuovi prodotti sul mercato australiano avviene in un secondo momento rispetto all'Europa, so che alla fine avremo accesso a nuovi prodotti di grande qualità.
LimaCorporate è all'avanguardia nell'innovazione. In che modo il tuo team guida l'innovazione giorno per giorno?
In Australia, come filiale, cerchiamo di innovare il modo in cui gestiamo la nostra formazione medica. Vogliamo avere docenti diversi, argomenti diversi e lavoriamo a stretto contatto con i chirurghi per capire di cosa hanno bisogno. È così che innoviamo.
Puoi fare un esempio in cui l’innovazione è stata necessaria per soddisfare le esigenze di un chirurgo?
In Australia usiamo molto il servizio di design ProMade per risolvere i casi in cui i prodotti standard non funzionano. La collaborazione tra gli ingegneri ProMade e i chirurghi è fondamentale. Assistere e partecipare a questo scambio è stato molto gratificante e al tempo stesso formativo. Questa collaborazione tra ingegneri e chirurghi è anche la chiave di volta rispetto ai competitors.
Che cosa ami di ciò che fai? Che cosa ti stimola?
Mi piace lavorare con una gamma così ampia di persone. Adoro lavorare con i colleghi della sede centrale e con i chirurghi. È molto gratificante vedere i prodotti che realizziamo con passione, e sapere che miglioreranno la vita dei pazienti, nelle mani dei chirurghi.
In che modo il tuo lavoro contribuisce all'obiettivo di LimaCorporate di ripristinare l'eMotion of Motion?
Il mio lavoro consiste nel garantire che tutti i chirurghi in Australia abbiano accesso ai prodotti di cui hanno bisogno per i loro pazienti. È così che contribuisco a ripristinare l'eMotion of Motion.
Descrivi la cultura di LimaCorporate in tre parole.
Collaborativa, diversificata, unica
C'è qualcosa che ti ha sorpreso quando sei entrato in LimaCorporate?
La cosa che mi ha sorpreso di più è che la sede centrale dell'azienda si trova a Villanova di San Daniele. Villanova è una piccola città nel nord-est dell'Italia, ma ha un design e una tecnologia potenti in termini di produzione di impianti. Quando ho visitato lo stabilimento, è stato sorprendente vedere quanta tecnologia ci fosse dietro le porte.
LimaCorporate vanta oltre 75 anni di esperienza nella progettazione, nell'ingegneria e nella produzione. In che modo il nostro patrimonio ci distingue dai nostri concorrenti? Conoscevi la storia dell'azienda prima di visitarla?
Non conoscevo la storia dell'azienda prima di entrarvi e l'ho compresa completamente solo quando ho visitato la sede centrale. Credo che il fatto che ci siamo concentrati sull'ingegneria fin dall'inizio ci renda davvero unici. I nostri prodotti, i nostri strumentari e tutto il duro lavoro che abbiamo fatto ci differenziano, per non parlare della nostra capacità di stampa 3D.
Secondo te, in che modo la storia di LimaCorporat influenza i prodotti che creiamo oggi?
Penso che l’influenza maggiore si ritrovi nell'accuratezza e nella precisione che tutto deve avere. Nel settore aerospaziale non si può sbagliare: pilotare un elicottero richiede precisione. La stessa precisione è richiesta nella progettazione dei nostri impianti, altrimenti si possono causare gravi danni ai pazienti.
Ci spieghi cosa significa per te, per gli operatori sanitari e per i pazienti la politica di LimaCorporate di effettuare test di precisione al 100%. Come cambia la vita dei pazienti?
Per me significa che ogni singolo impianto che esce dalla nostra fabbrica è controllato e preciso al 100%. So di poter dire con sicurezza a un chirurgo che questa è la misura corretta, e i chirurghi sanno che quando la inseriscono nei pazienti è la misura giusta per loro. È una fiducia che si trasmette in ogni parte.
Quali sono le tue passioni al di fuori del lavoro?
Mi piace andare in spiaggia. Sono australiano e devo sempre stare vicino all'oceano. Quando non sono in spiaggia, mi piace molto cucinare.
Se non avessi scelto questa carriera, cosa ti sarebbe piaciuto fare?
Mi sarebbe piaciuto essere un nuotatore professionista. Ma sono molto contento della piega che ha preso la mia vita. E ho ancora tempo per fare qualche vasca una volta ogni tanto.

Vi presentiamo Alessia Ciriani, HR Business Partner EMEA, LatAm e Canada
Come ti chiami? Da dove vieni?
Sono Alessia Ciriani, vivo a Udine e sono molto legata al mio territorio, il Friuli-Venezia Giulia, la regione più a nord-est d’Italia. Una parte della mia famiglia è originaria proprio di Anduins, il paese dove è nata LimaCorporate e da cui deriva la lettera “A” del nome “Lualdi Industrie Meccaniche Anduins”. Sono entrata in LimaCorporate quattro anni fa come HR generalist. Sono poi diventata HR Business Partner EMEA, LatAm e Canada, ruolo che rivesto tutt’ora.
Qual è la tua formazione universitaria e come si è sviluppata la tua carriera universitaria?
Sono laureata in Scienze Politiche. Ho scelto questa facoltà perché spaziava su argomenti e tematiche per me molto interessanti: dall’ambito economico-giuridico, a quello sociologico, storico e culturale fino all’ambito organizzativo, manageriale e amministrativo. È stato un corso di studi vario e affascinante che mi ha permesso di conoscere anche il settore delle Risorse Umane. Scegliere questo percorso di studi ha fatto emergere la passione per quello che poi è diventato il mio lavoro.
Che cosa ti ha influenzato nell’intraprendere questa carriera?
Durante l’Erasmus che ho svolto a Londra ho frequentato un corso di International Human Resources Management che mi ha fornito una prima panoramica sui diversi processi HR: selezione, formazione, sviluppo, piani di successione, valutazione, performance, potenziale, contrattualistica, contenzioso, relazioni sindacali, aspetti retributivi e connessi al rapporto di lavoro, paghe e contributi, benefit… L’esperienza a Londra mi ha fatto scoprire un settore molto vario, che univa due aspetti per me molto importanti: organizzazione e relazioni interpersonali. Lì ho capito che mi sarebbe piaciuto molto cimentarmi in questo ambito e, appena terminato il percorso di studi, ho cercato una esperienza lavorativa come HR.
Perché hai scelto LimaCorporate?
Quando sono arrivata in LimaCorporate avevo alle spalle 3 anni di esperienza nel mondo delle Risorse Umane. Ho iniziato la mia carriera lavorativa in due importanti realtà regionali, Stroili Oro, il più grande retailer italiano di gioielleria, e Danieli, leader mondiale nella produzione di macchine per la lavorazione dell’acciaio. Quando sono approdata in LimaCorporate nel 2018, ho trovato un gruppo HR che lavorava a strettissimo contatto con il business e che aveva un approccio moderno, orientato allo sviluppo delle persone. Ho scoperto una realtà aziendale molto dinamica e giovane, un ambiente di lavoro sereno, caratterizzato da un forte spirito di collaborazione e una grande propensione all’innovazione e questo ha subito attirato il mio interesse.
Come si sviluppa la tua giornata? Con chi ti interfacci maggiormente?
Nel ruolo di HR Business Partner EMEA, LatAm e Canada seguo 14 paesi e lavoro a stretto contatto con i manager delle filiali della mia area per affrontare le sfide quotidiane legate all’organizzazione del personale. Ci sono diversi progetti che porto avanti nel tempo, intervallati dalle incombenze -a volte urgenze- quotidiane. In LimaCorporate il ritmo di lavoro e le aspettative sono alte, siamo un gruppo appassionato che si prefigge obiettivi sfidanti e se questo a volte può generare delle tensioni è soltanto perché tutti vogliamo fare bene, portare a termine i nostri obiettivi e dare il massimo. Gran parte del mio lavoro consiste nel creare una connessione tra l’HQ e le filiali e dare supporto a queste ultime affinché riescano ad avere la migliore organizzazione per raggiungere il loro scopo: conquistare nuovi clienti e vendere i nostri prodotti sui diversi mercati. Le mie giornate lavorative sono una diversa dall’altra. Un esempio di un progetto che ho seguito è la “Lima Recruiting Box”, un insieme di strumenti a disposizione dei manager per gestire le selezioni. Ci sono poi alcune tematiche tipiche di determinati periodi dell’anno. Ad esempio, a fine anno avvengono i Calibration meeting dove i manager di una funzione o paese si incontrano per confrontarsi sulle valutazioni dell’area. Oppure a settembre c’è una prima definizione del budget dell’anno successivo. Si tratta di un momento in cui i manager devono ragionare sulla loro organizzazione e capire, ad esempio, se c’è bisogno di inserire nuove risorse o se ci sono particolari esigenze di sviluppo e formazione. Sono tutti momenti in cui noi HR interveniamo per aiutare i manager a gestire al meglio i loro team e valorizzare le loro risorse.
C’è un progetto in particolare di cui vuoi parlare che ti rende più orgogliosa di altri?
Quest’anno mi sono dedicata ai piani di sviluppo, ma voglio farlo ancora di più il prossimo anno. Il piano di sviluppo è un documento che viene firmato da un dipendente e dal suo manager e che prevede una serie di azioni per raggiungere un determinato scopo legato alla crescita e allo sviluppo del dipendente (la copertura di un nuovo ruolo, lo sviluppo di determinate abilità, l’acquisizione di nuove competenze…). Un piano di sviluppo può prevedere diverse attività come: iniziative di formazione, percorsi di coaching, mentoring, assegnazione di iniziative specifiche o progetti speciali, maggiore esposizione al management, affiancamento... In questo contesto abbiamo anche creato sinergie tra paesi diversi affiancando figure senior a colleghi che avevano appena ottenuto un nuovo ruolo, per dar loro un punto di riferimento a cui rivolgersi e avere supporto su temi pratici. A mio avviso iniziative come queste favoriscono la crescita personale e professionale delle persone all’interno della nostra organizzazione.
La tua carriera in LimaCorporate ti ha permesso di sviluppare delle capacità?
Assolutamente sì, infatti sono molto contenta del mio percorso in azienda. Credo che questo contesto aziendale sia stato l’ambiente giusto per me per crescere su alcuni aspetti professionali e anche su certi lati del mio carattere. La cultura di LimaCorporate è aperta e collaborativa e questo crea le condizioni migliori per dar spazio alla creatività e proporre senza paura nuove idee: è un ambiente in cui si lavora bene, in cui si ha meno paura di sbagliare rispetto ad altri contesti. Secondo me in azienda lavoriamo in maniera agile e veloce ma senza mai rinunciare alla qualità. Questo mi ha sempre spronato a dare il massimo e a ricercare un alto livello di qualità che mi ha permesso di migliorarmi tantissimo. Un altro aspetto su cui penso di essere migliorata in LimaCorporate è stato il lavoro in team. Non è facile lavorare in gruppi di lavoro internazionali o a distanza, come è successo durante la pandemia. Ho imparato a comprendere e apprezzare punti di vista diversi, ad avere pazienza, a non volere tutto subito ma a dare tempo al tempo e a gestire situazioni di ambiguità. Ho imparato tanto anche sull’aspetto comunicativo. In LimaCorporate facciamo molta attenzione alla comunicazione: a che cosa comunichiamo e come lo facciamo. E questo ci ha permesso di gestire al meglio situazioni complesse e grandi cambiamenti.
Ti capita anche di lavorare con persone esterne alla LimaCorporate?
Si, mi capita di lavorare con consulenti specializzati sui diversi aspetti legati al mio lavoro, head hunter, agenzie di selezione e studi legali.
L’obiettivo LimaCorporate è quello di trasformare l’ortopedia per i pazienti. Cosa significa questo per te?
È un business nobile con un obiettivo veramente affascinante. Io ho sempre nella mia mente il nostro “why”, e cioè che il movimento è una delle gioie più grandi che una persona può provare e che il nostro obiettivo è restituire l’emozione del movimento a chi, per diverse ragioni, può averla perduta. Lavoro molto con i colleghi delle vendite, specialisti e commerciali, che hanno il contatto diretto con i chirurghi e la cui presenza è fondamentale in sala operatoria mentre i nostri prodotti vengono impiantati nel paziente, mentre il frutto di tutto il nostro lavoro raggiunge la sua massima espressione. Per me questo è un onore e apprezzo la grandissima professionalità e competenza tecnica dei miei colleghi. Voglio dare il mio contributo e fare il possibile per supportarli.
All’interno del tuo gruppo di lavoro cosa fate per portare l’innovazione all’interno dell’azienda?
Cerchiamo di interpretare il ruolo dell’HR come “partner del business”. La prima cosa che facciamo è essere a fianco dei manager e dei dipendenti per ascoltarli ed essere sintonizzati sulle loro sfide quotidiane, sui loro bisogni. Cerchiamo di essere veloci ma allo stesso tempo innovativi e nel proporre soluzioni efficaci e di qualità. Lo facciamo in maniera competente, ognuno di noi ha il suo know-how specifico che ci completa e che ci permette di essere preparati su temi molto diversi. Cerchiamo sempre di proporre idee nuove che possano rispondere ai bisogni dell’azienda e del business.
Che cosa ti rende più fiera all’interno di LimaCorporate?
La nostra velocità nell’entrare in una situazione, il nostro modo di lavorare assieme per proporre soluzioni alle sfide che incontriamo quotidianamente. Il livello di qualità che riusciamo a raggiungere nei progetti, nelle diverse attività che seguiamo a volte nei minimi dettagli, con grande cura e attenzione. Inoltre, l’azienda è sempre aperta a nuove idee e proposte. Ho maturato la convinzione che in azienda se uno ha un'idea e se questa è funzionale all’obiettivo comune, riceve il supporto di cui ha bisogno per poterla realizzare.
Descrivi la cultura di LimaCorporate in tre parole?
Aperta, dinamica, innovativa
Hai mai visitato le filiali?
Ho visitato la filiale spagnola, quella inglese e gli uffici di Milano. Mi piacerebbe visitarne anche altre in futuro
C’è qualcosa che ti ha sorpreso quando hai iniziato a lavorare in LimaCorporate?
La spontaneità delle persone, il loro forte attaccamento all’azienda e la grandissima professionalità e competenza. Mi ha colpito anche il fatto che trovassero spazio in LimaCorporate personalità molto diverse tra loro e soprattutto che queste riuscissero a lavorare bene assieme, una cosa che non è mai facile con scadenza ravvicinate e obiettivi sfidanti. A mio avviso in LimaCorporate si lavora bene e c’è attenzione da parte dell’azienda nel fare in modo che le persone si possano esprimere. Gli stessi dirigenti sono sempre aperti all’ascolto.
LimaCorporate ha oltre 75 anni di storia e di esperienza, che cosa si differenzia dai competitor?
Ci differenzia il fatto che siamo un’azienda italiana e di questo sono molto orgogliosa. Il fatto che le nostre protesi siano progettate e prodotte in Italia è sinonimo di qualità e richiama il valore della nostra tradizione ingegneristica e manifatturiera. Nonostante i nostri competitor siano molto più grandi di noi, la qualità del nostro prodotto ci porta ad essere riconosciuti leader di mercato in diversi paesi. Le nostre dimensioni ci differenziano dagli altri, noi siamo una “multinazionale tascabile” e questo ha diversi vantaggi: maggiore agilità, velocità del processo decisionale e una catena di comando più corta. L’ambiente in azienda è un contesto informale dove tutti ci conosciamo e lavoriamo a stretto contatto anche con i vertici aziendali. È un’azienda in cui non sei un numero ma puoi conoscere personalmente anche l’Amministratore Delegato.
Il tuo lavoro come contribuisce a ripristinare l’emozione del movimento?
Come HR ci prendiamo cura di tutti gli aspetti legati alla gestione e alla valorizzazione del dipendente in azienda. Le persone sono il nostro principale asset, sono insostituibili. Ciò che rende straordinari i nostri prodotti e le nostre tecnologie, sono le persone che ci hanno lavorato e i gruppi di lavoro che ci hanno dedicato tempo, energie, idee. Noi ci dedichiamo alle persone e cerchiamo di fare in modo che siano in grado di esprimere al meglio le loro competenze e che possano soddisfare in azienda le loro aspirazioni professionali e personali.
Cosa ti piace al di fuori del lavoro?
Mi piace fare sport. Pratico l’orienteering e la corsa, in passato a livello agonistico, ora a livello amatoriale. Come tutti mi dedico a coltivare la mia rete di relazioni familiari e di amicizia. Oltre a questo, mi piace molto seguire l’attualità e i temi legati al territorio e all’ambiente. Mi piace ascoltare programmi di approfondimento alla radio, leggere e continuare a formarmi su aspetti legati al mio lavoro che fanno anche parte delle mie passioni: sviluppo personale, comunicazione, organizzazione, relazioni, psicologia e cultura.
Da piccola qual era il tuo lavoro dei sogni?
Fino all’università non sapevo che cosa avrei “fatto da grande”, non ho mai avuto un lavoro dei sogni prima di conoscere il settore HR. Comunque, da piccola ero molto attiva e curiosa. Mi piaceva creare, inventare e sperimentare. Ero molto orientata all’azione, con il desiderio di mettermi alla prova, sfruttare al meglio il tempo e scoprire cose nuove.

Vi presentiamo Ludovic Rouvier, Financial Manager di Lima France
Ciao Ludovic, ci puoi raccontare qualcosa di te? Da dove vieni, qual è il tuo ruolo all’interno di LimaCorporate?
Mi chiamo Ludovic Rouvier e lavoro in LimaCorporate da quattro anni come Financial Manager per Lima France. Inizialmente sono stato assunto per occuparmi della parte finanziaria della filiale; adesso mi occupo anche della parte organizzativa e del backoffice che comprende la gestione dei processi e soprattutto delle persone. Da marzo 2022 sono anche responsabile della gestione finanziaria per Lima Belgio e Lima Svizzera.
Ci puoi raccontare il tuo percorso universitario e come si è poi sviluppata la tua carriera lavorativa?
Mi sono laureato alla EDHEC Business School, un istituto internazionale di economia con sede in Francia. Dopo la laurea ho iniziato a lavorare per “Ernst & Young”, una delle più grandi società di revisione. Dopo questa esperienza ho viaggiato per un anno in tutto il mondo per promuovere modelli di “Social Business” che si stanno sviluppando a livello globale. Al mio ritorno, assieme a collaboratori fidati, ho costruito da zero un’azienda che oggi conta più di 25 dipendenti.
Il passaggio da titolare di un’azienda a direttore finanziario è un grande cambiamento. Perché hai deciso di unirti a LimaCorporate?
La sede della mia azienda si trovava a Parigi mentre io abito a Lione e due volte alla settimana dovevo spostarmi nella capitale. Quando è nato il mio terzo figlio ho capito che era arrivato il momento di cercare un lavoro a Lione, per stare più vicino alla mia famiglia. In quell’occasione sono entrato in contatto con LimaCorporate. L’ex Direttrice Generale di Lima France durante il colloquio mi ha spiegato la sua visione per il futuro, si trattava di una sfida entusiasmante. I primi mesi sono stati impegnativi perché abbiamo dovuto spostare la sede Lima France dal sud della Francia a Lione e ricostruire tutto da zero, a partire dalla creazione di un nuovo team per il Back Office.
Ci puoi raccontare come si svolge la tua giornata tipo?
La mia giornata tipo ruota attorno alle persone, che sono l’aspetto più importante del mio lavoro. Sono a capo di una squadra composta da dieci persone che sono state difficili da trovare perché eravamo alla ricerca dei profili migliori. Le persone che lavorano per Lima France sono molto competenti, ma ci è voluto molto tempo per farle entrare nei processi di LimaCorporate. Troppi cambiamenti nel gruppo non sono sostenibili nel lungo periodo. Il mio lavoro è quindi mettere le persone a loro agio. Abbiamo una percentuale molto bassa di ricambio sul posto di lavoro, quindi, presumo che quello che sto facendo stia funzionando. Parlo molto con i miei colleghi e non solo di lavoro. Cerco di stare loro vicino e credo sia molto importante per tutti.
Lavorare con le persone non è sempre semplice, quali sono le sfide che devi affrontare?
Quello dell’ortopedia è un mondo difficile. La mia più grande sfida è quella di assumere persone di alto livello e fare in modo che rimangano in azienda.
Stai lavorando su qualche progetto particolare in questo momento?
Giuseppe Faenza, il Warehouse & Distribution Manager LimaCorporate, sta per lanciare la nuova versione di una app per la forza vendita che permetterà di gestire gli ordini per gli interventi chirurgici. Questa nuova versione è ancora in fase di test e a breve la Francia sarà la prima filiale europea ad introdurre questa nuova versione.
Lavori con altri team HQ? Sono relazioni strette?
Oltre a Giuseppe Faenza lavoro con l’HR per l’introduzione di un sistema che raccolga le informazioni essenziali di tutti i dipendenti. Anche con loro ho creato rapporti molto stretti.
Cosa vuol dire “pioneering vision” per te? Hai trovato delle modalità per applicarla al tuo lavoro?
Anche le risorse umane e la finanza richiedono una maggiore apertura al mondo digitale. Le app che ho menzionato sopra sono solo un esempio. Tuttavia, la mia formazione è finanziaria e mi piacerebbe integrare il digitale nel mondo dei congressi che, per loro natura, sono molto costosi. Ci troviamo in una fase di transizione. Con la pandemia abbiamo capito che nessuno vuole passare completamente al digitale, ma allo stesso tempo i congressi non possono rimanere fermi all’epoca pre-Covid. Vedremo cosa ci riserverà il futuro.
Ludovic, sei una persona molto appassionata, cosa ti guida ogni giorno nel tuo lavoro?
Mi piace vedere le persone felici al lavoro. Sono convinto che se sei felice sia al lavoro che nella tua vita privata tutto procederà per il meglio. Se la vita professionale interferisce troppo con quella personale, qualcosa è destinato ad andare storto. Pertanto, cerco di capire le esigenze dei miei colleghi e di adattarle alle esigenze di Lima France. Quando c'è un problema, ad esempio, fisso subito un incontro in modo che tutti possano parlare tra loro e trovare assieme una soluzione. Ho fatto questa cosa numerose volte in passato e ha sempre funzionato molto bene. Mi piace anche essere onesto con le persone ed è per questo che si fidano di me: questa è la cosa più importante per me.
Qual è il risultato che più ti rende orgoglioso da quando lavori in LimaCorporate?
Quando sono stato assunto da LimaCorporate, Lima France stava per essere trasferita a Lione. Sono felice e orgoglioso di essere stato in grado di creare relazioni significative con i colleghi, anche se ero responsabile dello spostamento. Ho fatto in modo che tutti i dipendenti mantenessero dei buoni ricordi dell’azienda, era la cosa più importante per me. Due mesi dopo la chiusura della filiale, una ex dipendente mi ha chiamato per informarmi che aveva trovato un nuovo lavoro. Sono stata la prima persona che ha cercato per chiedere un parere e ancora oggi ci incontriamo di tanto in tanto. Questo mi dimostra che ho lavorato bene, lo considero un successo. Sono molto orgoglioso anche della squadra che abbiamo costruito a Lione, tutte persone molto valide e capaci.
Cosa significa per te “eMotion of Motion”?
Mi piace lavorare in LimaCorporate perché so che, in fin dei conti, stiamo aiutando qualcuno a stare bene. Il nostro è un settore utile e sono felice di lavorare in un'azienda che ha un impatto positivo sulla vita delle persone.
Cosa ti appassiona al di fuori del lavoro?
Mi piace il fai da te. La gente mi chiama "MacGyver" perché trovo sempre una soluzione a tutto! Al lavoro è lo stesso: sono un “Problem Solver” e non mi arrendo mai!
Qual era il tuo lavoro dei sogni da bambino?
Non ho un lavoro dei sogni. Sono rimasto molto colpito dalla storia di una coppia, che ha deciso di cambiare vita quando è andata in pensione: Christian e Marie-France des Pallières, fondatori di “Pour un Sourire d'Enfant”(“Per il sorriso di un bambino”) un’associazione che opera in Cambogia e che aiuta e cura i bambini poveri ed emarginati tramite la creazione di programmi educativi . I due si sono trasferiti in Cambogia dall'inizio della loro azione nel paese e ogni primavera, per 20 anni, hanno attraversato la Francia e i paesi limitrofi in camper per dare evidenza delle condizioni di vita dei bambini che nascono nel paese del Sud-est asiatico. Oggi, grazie a PSE, vengono nutriti, vestiti, accuditi ed educati più di 6.500 bambini. Viene fornita loro anche una formazione professionale che permette a questi ragazzi di trovare un lavoro e integrarsi nella società. A Natale 2021, tutti i dipendenti di Lima France hanno ricevuto in regalo il libro che racconta la vita dei coniugi des Pallières, una storia incredibile e, a mio avviso, molto stimolante!

Vi presentiamo Piero Mercadante, CNC, Tools and Finishing Manager di LimaCorporate
Ciao Piero, raccontaci qualcosa di te! Chi sei, di cosa ti occupi in LimaCorporate, come ci sei arrivato?
Mi chiamo Piero Mercadante, ho 33 anni e vengo da Palermo. Sono il CNC, Tools and Finishing Manager dello stabilimento LimaCorporate di Segesta. In parole più semplici, sono il responsabile dei reparti CNC (macchine utensili a controllo numerico), finiture, collaudi e dell’area lavaggi. Sono in LimaCorporate dal 2018 e prima lavoravo per un’azienda siciliana che si occupa di meccanica di precisione per il settore automobilistico.
Qual è stato il tuo percorso universitario? E come mai lo hai scelto?
Ho studiato ingegneria meccanica. Per carattere sono una persona molto curiosa che ama chiedersi il perché delle cose. Ho una mente razionale e gli studi in ambito ingegneristico sono stati la scelta più logica. La meccanica è stata una scoperta, la prima volta che ho messo piede in un’officina mi sono reso conto di aver fatto la scelta giusta.
Come mai hai scelto di unirti a LimaCorporate?
Nell’azienda in cui operavo sentivo di non avere più possibilità di crescita. Al contrario, quando ho fatto il colloquio in LimaCorporate ho subito avuto la sensazione di trovarmi in un ambiente stimolante, giovane e pieno d’innovazione. Ne sono rimasto affascinato e non mi sono lasciato sfuggire l’occasione.
Il tuo ruolo è sempre stato quello di CNC, Tools and Finishing manager?
No, ho iniziato nell’area industrializzazione. È stata un’esperienza bellissima che è durata circa sei mesi poi ho iniziato a ricoprire il mio ruolo attuale.
Qual è la tua giornata tipo?
È una domanda difficile perché nel mio lavoro ogni giorno è diverso dall’altro. Tutto quello che faccio è legato alla gestione dei reparti per garantire che la produzione proceda secondo quanto pianificato in termini di numeri, tempi e standard qualitativi. Tutto ciò si traduce nella gestione di un gruppo di circa 40 persone e delle risorse macchina che abbiamo nei nostri reparti produttivi. A grandi linee, questa è la mia attività, nel mezzo ci sono ricerche per l’ottimizzazione dei processi, efficientamento produttivo e riduzione scarti.
C’è un progetto particolarmente interessante a cui stai lavorando in questo momento?
Sì, stiamo lavorando all’automatizzazione di una macchina CNC in modo da sgravare l’operatore di un lavoro ripetitivo affinché si possa dedicare a compiti più importanti.
Quali sono le sfide che affronti ogni giorno?
Ci sono sfide costanti poiché in ambito produttivo possono esserci molti imprevisti, come risorse guaste o mancanza di operatori. La vera sfida secondo me è mantenere alta la sinergia tra i vari reparti. Se questa sinergia c’è si possono davvero raggiungere obiettivi altissimi, anche insperati. Se manca, se le persone non lavorano come una squadra, si fa molta fatica a risolvere anche la minima difficoltà. Il mio ruolo come manager è fare in modo che lo spirito di gruppo e il lavoro per un obiettivo comune non vengano mai a mancare.
Pensi di aver trovato quello che desideravi trovare in LimaCorporate?
Direi di sì. Le differenze tra i reparti e le lavorazioni consentono una formazione in molti ambiti diversi. Avere una relazione stretta con altre funzioni aziendali come la logistica o l’industrializzazione mi hanno permesso di accrescere le competenze professionali.
Parliamo di pioneering vision, cosa significa per te?
Assieme al mio gruppo di lavoro cerco di rivedere alcune fasi del processo produttivo. Sfide come quella che ti ho raccontato, cioè volere di più da una risorsa o modificare una lavorazione che magari è rimasta immutata per anni per migliorarne il rendimento, sicuramente si inseriscono in una visione da pionieri.
Hai qualche esempio?
Spero di riuscirmi a spiegare in parole semplici.
Le macchine CNC lavorano per asportazione di materiale provocando l’usura degli utensili per l’asporto. Ciò comporta che l’operatore sia costretto a correggere in macchina questa usura.
Il team che gestisco ha implementato una soluzione affinché questa regolazione avvenga in modo automatico.
Ciò comporta un vantaggio non solo per chi lavora con la macchina ma anche in termini economici.
Cosa ti appassiona del tuo lavoro?
Oltre all’aspetto tecnico, sicuramente amo nutrire la sinergia di cui parlavo precedentemente. La collaborazione e la fiducia reciproca sono alla base di qualsiasi rapporto. In quanto manager, il mio ruolo è quello di garantire che tale sinergia ci sia e alimentarla affinché il lavoro possa essere portato avanti nel migliore dei modi.
C’è qualcosa che ti rende particolarmente orgoglioso del tuo lavoro in LimaCorporate?
Sembra banale ma sono orgoglioso del gruppo che si è creato. Quando si arriva in un ambiente già rodato, come è successo a me, non è scontato ricevere un’accoglienza così calorosa. Professionalmente, ammetto di essere una persona che non si accontenta mai e quindi faccio difficoltà a raccontarti i miei traguardi perché appena li raggiungo, ne trovo sempre di nuovi.
C’è qualcosa che ti ha stupito quando sei arrivato in LimaCorporate?
Mi ha stupito scoprire quanto strutturata fosse l’azienda dal punto di vista organizzativo, qualitativo e della sicurezza.
Con quali parole descriveresti LimaCorporate?
Non sono bravo a rispondere a questo tipo di domande. La parola che mi viene in mente è sicuramente innovativa e pionieristica perché abbiamo avuto il coraggio di investire anzitempo in tecnologie su cui, all’inizio, nessuno avrebbe scommesso.
Precedentemente hai lavorato nel settore automobilistico, e anche LimaCorporate ha operato in tale settore. Nel tuo lavoro noti tale eredità?
Essere influenzati da altri settori industriali ci ha sicuramente aiutato ad essere sempre innovativi. Ancora oggi, vedo ancora l'eredità produttiva che ci è stata lasciata da quei settori. Penso che sia un valore aggiunto che mette i nostri impianti protesici su un livello diverso.
LimaCorporate è molto concentrata sulla qualità dei propri impianti. Cosa significa questo per te?
È una cosa che mi tocca da vicino perché uno dei reparti che gestisco è quello qualitativo. Per me è un aspetto molto importante. Quello che produciamo viene utilizzato sulle persone ed è essenziale che sia della migliore qualità possibile.
Cosa ti appassiona fuori dal lavoro?
Sono affascinato da qualsiasi sport acquatico e per tantissimi anni ho praticato la pallanuoto. Inoltre, sono molto appassionato di cucina.
Se non avessi scelto questa carriera, cosa ti sarebbe piaciuto fare?
Sicuramente mi sarei buttato sul settore della cucina, forse aprendo un ristorante mio o facendo lo chef.

Vi presentiamo Carina Kühlmann, Key Account Manager di LimaCorporate
Ciao Carina, raccontaci qualcosa di te e del tuo ruolo in LimaCorporate.
Mi chiamo Carina Kühlmann e vivo vicino a Düsseldorf, nella parte occidentale della Germania. Lavoro per Lima Deutschland come Key Account Manager della Germania settentrionale e sono focalizzata sul portafoglio spalla.
Raccontaci qualcosa del tuo passato, come hai iniziato questa carriera?
Il mio passato è un po' diverso da quello di altri colleghi. Non ho frequentato l'università e prima di entrare in azienda lavoravo come infermiera di sala operatoria. L'ospedale in cui lavoravo utilizzava impianti protesici LimaCorporate e un ex collega di Lima Deustchland mi ha chiesto di entrare a far parte del team. Tutto questo è una storia avvenuta ormai sette anni fa.
Perché hai deciso di cambiare lavoro?
Per carattere ho sempre bisogno di stimoli e sfide nuove su cui lavorare ogni giorno. In quel momento desideravo crescere professionalmente, ma in ospedale non era possibile. Quando ero un'infermiera, gli interventi di chirurgia ortopedica erano i miei preferiti. Si potrebbe dire che mi sono innamorata dei prodotti LimaCorporate già in sala operatoria; quindi, quando mi è stato chiesto di entrare nel team Lima Deutschland, ho subito accettato.
Qual è stato il tuo percorso professionale in LimaCorporate? Sei sempre stata una Key Account Manager?
No, ho cambiato ruolo due volte. Ho iniziato supportando i rappresentanti di vendita nell’attività collegata alla sala operatoria, oppure durante i congressi e così via. Poi, un anno dopo, sono diventata io stessa agente di commercio. Un anno fa ho cambiato nuovamente ruolo assumendo quello di Key Account Manager per la spalla.
Com'è la tua tipica giornata lavorativa?
È difficile da raccontare perché ogni giorno è totalmente diverso, soprattutto nel ruolo che ricopro attualmente.
Alcuni giorni mi dedico ai clienti nuovi e potenziali, altri mi dedico al rapporto con i nostri Key Opinion Leader. Mi assicuro che siano sempre soddisfatti dei nostri impianti e cerco di coinvolgerli il più possibile nei progetti di sviluppo. Vado ancora in sala operatoria per offrire assistenza ai KOL sul nostro prodotto e assicurarmi che tutto funzioni correttamente, per testare nuovi strumenti e impianti e per presenziare ad interventi chirurgici difficili, anche con ProMade.
Naturalmente, assisto anche i nuovi clienti assicurandomi che si sentano a proprio agio con i nostri impianti. Il mio lavoro è fondamentalmente basato per il 20% sul lavoro d'ufficio alla ricerca di nuove partnership e per l'80% sul campo.
Quali sono le sfide che affronti?
L'aspetto più impegnativo del mio lavoro è la gestione del tempo. Devo bilanciare bene il tempo che trascorro con i rappresentanti di vendita e i nuovi clienti e il tempo che investo per far crescere il rapporto che abbiamo con i KOL. Interagisco anche con molte persone all'interno e all'esterno dell'organizzazione, quindi riunire gli interessi di tutti è un'altra sfida del mio lavoro.
Stai lavorando a un progetto particolare in questo momento?
Sì! Di recente abbiamo iniziato a lavorare con nuovi chirurghi della spalla che ogni anno eseguono molti interventi; quindi, il mio obiettivo è assicurarmi che la loro esperienza con LimaCorporate sia positiva. Sto anche lavorando a un nuovo progetto per il 2022 con il Dr. Agneskirchner, uno dei nostri più grandi KOL in Germania.
LimaCorporate vuole trasformare continuamente l'ortopedia. Cosa significa per te?
Per me significa guardare al mercato per capire di cosa hanno bisogno i chirurghi, e soprattutto i pazienti, e raccogliere tutti gli input per suggerire nuovi prodotti. Significa trovare nuove soluzioni per ogni paziente. Questo modo di pensare è uno dei punti di forza di LimaCorporate. Quando lavoravo come infermiera ho visto che con i prodotti di molti concorrenti è il paziente che deve adattarsi all'offerta, ma le soluzioni di LimaCorporate sono così ben congegnate che riusciamo ad adattare i nostri impianti ai pazienti, anche senza utilizzare il servizio di design ProMade.
Cosa ti piace di quello che fai?
Mi piace poter essere in prima linea lavorando sul campo con chirurghi e pazienti in sala operatoria, ma anche partecipare a progetti di sviluppo prodotto. Mi piace lavorare con l'intero team tedesco e anche con i colleghi della sede centrale. Mi sento come se avessi ampliato la mia area.
Quali sono le persone con cui lavori di più?
In Germania, lavoro con i rappresentanti di vendita e il team di gestione. Mentre su scala internazionale, lavoro con i colleghi che si occupano a livello globale di spalla e di formazione medica.
In che modo pensi che il tuo lavoro contribuisca a ripristinare l'eMotion of Motion?
Penso di poter portare la mia conoscenza del portfolio di LimaCorporate ai chirurghi e supportarli davvero nella ricerca delle migliori soluzioni per i pazienti.
Pensi che il tuo precedente lavoro di infermiera ti abbia aiutato nel tuo ruolo attuale?
Sicuramente sì. Conosco bene le esigenze di chirurghi e pazienti. Conosco anche i reparti principali degli ospedali e so come soddisfare i loro bisogni e supportarli.
In LimaCorporate si parla sempre di "Passione e Persone". Come porti questo aspetto nel tuo rapporto con i chirurghi?
LimaCorporate è più piccola di molti concorrenti, ma è un elemento che va in nostro favore. I chirurghi vedono quanto siamo concentrati sul loro lavoro e sui risultati dei pazienti. Sentono questa connessione e sentono che siamo sempre lì per loro e che anche i dirigenti aziendali non sono un'entità astratta. Quella relazione è continua e si nutre nel tempo. Non distinguo tra vecchi e nuovi clienti e do loro lo stesso tipo di attenzione e supporto.
Cosa amavi di LimaCorporate quando eri un'infermiera di sala operatoria? E cosa ti ha sorpreso quando sei entrata in azienda?
Quando ero un'infermiera, sentivo che LimaCorporate era diversa dalle altre aziende, ma è stato solo quando sono entrata a farne parte che ho capito il perché. Quando parliamo di “Famiglia Lima”, parliamo veramente di una famiglia. Sebbene LimaCorporate sia un'azienda internazionale, non siamo solo un numero. Tutti conoscono tutti e tutti sono lì per te. Potrei chiamare chiunque nel mondo e trovare una parola gentile e di supporto. Quando ho visto altre aziende in sala operatoria, ho notato come lavorassero tutte per sé stesse, ma questo non accade in LimaCorporate.
E che dire del nostro patrimonio di design e manifattura italiana? È qualcosa che piace ai chirurghi?
Solo pochi chirurghi sono interessati al passato di LimaCorporate nei settori aerospaziale e automobilistico. Ciò che interessa a tutti è il risultato che questo tipo di passato porta. LimaCorporate è un'azienda agile e veloce, e questo è molto gradito. Inoltre, apprezzano il fatto che abbiamo un processo stabile per la stampa 3D. Per noi, questo tipo di tecnologia è una “notizia vecchia”, ma per il mercato non è così.
LimaCorporate ha una politica di test di accuratezza del 100% per tutti gli impianti, cosa dicono i chirurghi a riguardo?
Sono piacevolmente sorpresi. Quando vengono a conoscenza della nostra politica di qualità, sono rassicurati dei risultati che otterranno in sala operatoria.
Cosa ti appassiona fuori dal lavoro?
Mi piace lo sport, in particolare correre e fare yoga. Sono anche appassionata di cucina, forse anche questo è uno dei motivi per cui amo tanto lavorare per un'azienda italiana. E ogni volta che posso mi piace anche viaggiare.
Se potessi cambiare carriera, cosa ti piacerebbe fare?
Mi piacerebbe essere un coach per la crescita personale.

Vi presentiamo Emanuele Buttazzoni, Laboratory Manager in LimaCorporate
Ciao Emanuele, raccontaci chi sei e cosa fai in LimaCorporate
Mi chiamo Emanuele Buttazzoni e dal 2016 sono il Laboratory Manager di LimaCorporate. Il mio percorso in azienda ha però avuto inizio nel 2008 quando sono stato assunto come ingegnere all’interno dell’ufficio Regulatory.
Qual è il tuo background e perché hai scelto questa strada professionale?
Quando dovevo scegliere una carriera universitaria sono stato ispirato dagli esempi che avevo in famiglia. In particolare, da mia madre e da mio zio che, in modi diversi, si occupavano di persone con disabilità motoria. Nello specifico, mia madre era fisioterapista e lavorava soprattutto con i bambini, mentre mio zio era tecnico ortopedico.
Anche grazie alla loro esperienza ho capito che volevo quindi trovare un percorso universitario che mi permettesse di aiutare le persone. Ecco perché ho scelto il percorso di studi in Ingegneria Biomedica a Padova.
Subito dopo l’università ho iniziato a lavorare in LimaCorporate, trovando un’azienda che mi ha permesso di realizzare il mio desiderio di aiutare gli altri applicando quanto studiato.
Come sei approdato in LimaCorporate?
Sono stato chiamato da LimaCorporate. Un mio compagno di università lavorava in azienda e ha fatto il mio nome. Un mese dopo la laurea sono stato assunto nell’ufficio Regulatory.
Una cosa abbastanza singolare nel panorama lavorativo italiano.
Sì, in Friuli Venezia Giulia e in Italia non è raro che i giovani siano costretti a lasciare il proprio territorio per trovare opportunità altrove. A me è successo il contrario. Ero convinto che sarebbe stato necessario spostarmi e avevo iniziato a cercare altrove, poi ho conosciuto LimaCorporate e ho avuto la fortuna di trovare la strada che cercavo vicino a casa.
Ti sarebbe dispiaciuto lasciare il Friuli-Venezia Giulia?
Sinceramente sì. Durante l’università ho vissuto a Padova e la mia terra, per quanto vicina, mi mancava. Il Friuli Venezia Giulia è un territorio di confine con forse meno opportunità e servizi rispetto ad altre regioni italiane ma offre alcuni vantaggi per me impagabili. Gli spazi ampi, il verde, il poco traffico e la qualità di vita sono aspetti che molti danno per scontati ma che, rispetto ad altri posti, secondo me fanno la differenza.
Raccontaci meglio il tuo percorso in LimaCorporate
Come accennavo, ho iniziato il mio percorso in azienda nell’ufficio Regulatory ed è stata una grande palestra. Mi ha permesso di entrare approfonditamente in più o meno tutti i processi aziendali.
Sono rimasto in Regulatory per otto anni, diventando nel frattempo anche coordinatore e occupandomi in prima persona del rinnovo di tutti i certificati per i prodotti in classe 3 (ndr. tutti i prodotti impiantabili). Ad un certo punto però ho sentito di aver imparato tutto quello che potevo in quel ruolo e di aver dato tutto quello che potevo dare. Inoltre, mi mancava avere una componente pratica nel mio lavoro.
Quando si è aperta la posizione di Laboratory Manager ho capito subito che era un’opportunità. Potevo sfruttare il mio background in Regulatory e metterlo al servizio della validazione dei prodotti, potevo seguire in modo pratico il prodotto in fase di testing, contribuendo a garantirne e dimostrarne la sicurezza.
Ho sempre pensato che gli impianti che noi creiamo, prima o poi, potrebbero essere utilizzati sulle persone a me care o su me stesso. Quando lavoro penso a questo. Voglio essere sicuro di aver fatto quanto in mio potere per garantire un prodotto sicuro, che lavori bene, che possa donare nuovamente una buona qualità della vita al paziente. L’eMotion of Motion di cui parliamo sempre.
Già quando ero parte del Team Regulatory vedevo l’enorme importanza del laboratorio per la crescita dell’azienda. Era chiaro che a tendere gli enti avrebbero chiesto l’accreditamento del laboratorio e così è stato.
Qual è il ruolo dei laboratori all’interno di LimaCorporate?
I laboratori chimico e meccanico devono dare evidenza della sicurezza dei nostri materiali e prodotti.
Nel laboratorio chimico controlliamo a monte i materiali che utilizziamo per produrre le protesi e i processi a cui le protesi vengono sottoposte. Ad esempio, possiamo fare le analisi di eventuali contaminazioni e dare indicazioni su come risolvere le cause che hanno generato il problema. Oppure possiamo verificare che le polveri utilizzate per i processi di stampa 3D con cui otteniamo alcuni nostri prodotti rispondano ai requisiti interni o agli standard di riferimento.
Nel laboratorio meccanico simuliamo le condizioni che i nostri dispositivi possono incontrare una volta impiantati nei pazienti. Verifichiamo così, in un ambiente simulato, la resistenza delle nostre protesi, la loro stabilità rispetto all’osso del paziente, le loro performance ad usura, di fatto la loro vita utile.
Quali sono le sfide che affronti ogni giorno?
La mia sfida personale, paradossalmente, non ha niente a che fare con le attività di testing in senso stretto. La mia sfida personale è quella di cercare di tenere unito il mio team, un gruppo di persone che per me rappresenta tutto. La crescita del laboratorio è stata possibile solo grazie al grande lavoro di squadra.
Cerco di fare in modo che le persone che lavorano con me si sentano parte di un progetto e importanti. Chiunque, anche chi fa un lavoro specifico, deve sentirsi nella posizione di poter proporre un’idea. La mia sfida è dunque motivare queste persone, dedicare loro del tempo e valorizzarle. È un bell’investimento che richiede molto impegno e costanza ma i risultati si vedono in tutto quello che facciamo.
C’è qualche progetto a cui state lavorando ora che ti rende particolarmente orgoglioso?
Sicuramente sono orgoglioso del recente accreditamento ISO 17025 di ATLAs (l’Advanced Laboratory for Testing and Analysis) ottenuto in seguito all’attività di audit di Accredia, l’ente nazionale di accreditamento italiano designato dal governo per attestare le competenze, l’indipendenza e l’imparzialità dei laboratori.
Ma ovviamente non ci fermiamo mai e stiamo già lavorando ad altri progetti. ATLAs è nato nel 2019 per soddisfare la sempre maggiore richiesta di test dell’azienda. Dopo soli due anni, il laboratorio già fatica a tenere il passo con la crescita esponenziale di LimaCorporate.
Il passo successivo più semplice sarebbe stato quello di ampliare ulteriormente il parco macchine, ma dopo un ragionamento di gruppo ci siamo resi conto che forse il semplice ampliamento era la soluzione più semplice ma non quella giusta per l’azienda. Abbiamo quindi concepito una nuova idea, per ora top secret, che abbiamo soprannominato Leonardo, che esprime una nuova cultura all’interno del laboratorio e un cambio totale nel modo di fare.
Abbiamo l’ambizione di portare i nostri studi e i risultati dei nostri sforzi di sviluppo dei metodi di prova alle associazioni che si occupano di definire gli standard di riferimento. Vogliamo poter dire la nostra e passare da un ruolo passivo ad un ruolo attivo non solo all’interno dell’azienda ma anche all’esterno.
Quali sono i team con cui ti interfacci e come gestisci l’imparzialità del laboratorio?
Noi lavoriamo molto con il gruppo Ricerca e Sviluppo: i risultati dei nostri test validano le soluzioni proposte o guidano il redesign o l’ottimizzazione del prodotto dal punto di vista della sua sicurezza. Più in generale, siamo parte dei team di progetto per lo sviluppo dei nuovi prodotti, ci interfacciamo molto con Regulatory, Qualità e Produzione.
Il tema dell’imparzialità è qualcosa di molto sentito nel nostro lavoro anche perché è stato uno dei metri di valutazione del recente accreditamento. Dobbiamo riportare ai colleghi sia le cose che in fase di test sono andate bene, sia quelle che sono andate male. Indipendentemente dalle scadenze o dai ritardi che eventuali risultati non soddisfacenti possono comportare. Ricordo sempre a me stesso e alle persone del mio team che quello che noi oggi testiamo, domani potrebbe essere parte di noi e delle persone a noi care. Dobbiamo essere intransigenti e non scendere a compromessi.
Cosa significa per te avere una pioneering vision e come si applica a LimaCorporate?
Dirò una cosa banale ma secondo me avere una pioneering vision significa vedere e intuire le cose molto prima che accadano e fare di tutto per realizzarle prima che siano una necessità. È la vera discriminante tra l’aspettare che le cose accadano e reagire di conseguenza e l’anticiparle e facendosi trovare pronti. Per il laboratorio, l’accreditamento rappresenta il frutto di una pioneering vision.
Ho iniziato ad interessarmi all’accreditamento nel 2014, quando ancora facevo parte del gruppo Regulatory. Ho posto le basi di questo progetto nel 2016, quando sono diventato Laboratory Manager. Abbiamo iniziato a lavorare per questo obiettivo nel 2017.
A quel tempo nessuno, né internamente, né a livello di autorità regolamentatorie, richiedeva che il laboratorio fosse accreditato. Oggi il TÛV, il nostro organismo di certificazione in Europa, richiede obbligatoriamente l’accreditamento dei laboratori per poter ricertificare i nostri prodotti secondo MDR (il nuovo Regolamento Europeo per i Dispositivi Medici).
Se non fossimo partiti nel 2016 e se non avessimo lavorato intensamente per i 5 anni successivi, ora saremmo in ritardo e i nostri test non verrebbero nemmeno considerati dalle autorità, mettendo a serio rischio la commercializzazione dei prodotti. Ci siamo fatti trovare pronti quando serviva, grazie ad una pioneering vision maturata anni fa e a un lavoro determinato e mai ininterrotto.
Ovviamente non tutto fila sempre liscio. Qualche volta i progetti vanno bene e altri portano ad un vicolo cieco. Tuttavia, conta il modo di pensare, avere una visione e credere nelle proprie intuizioni.
Cosa ti piace di quello che fai in LimaCorporate?
Mi piace il fatto che lavorare qui sia una continua scoperta, una continua sfida. Quando arrivo al lavoro ho un’idea di massima di quello che farò ma nel corso della giornata ci sono sempre nuove sfide da affrontare. Ho nuovi stimoli e nuovi progetti a cui pensare. Mi piace poter avere nuove idee e riuscire a metterle in pratica.
C’è qualcosa che ti rende orgoglioso?
Ci sono tante cose che mi rendono orgoglioso. Sicuramente aver visto nascere i laboratori ATLAs e aver legato il mio nome e quello del mio gruppo al primo accreditamento di LimaCorporate.
Mi rende orgoglioso lavorare con delle persone che ogni giorno hanno qualcosa in più da dare e che guardano al futuro e non a “quello che si è sempre fatto”. Non è raro che quando ci lasciamo la sera con un problema, qualcuno mi mandi un messaggio la sera stessa o arrivi il giorno dopo con la soluzione. Ciò dimostra come il nostro lavoro sia molto più di un mezzo per avere uno stipendio a fine mese, è una passione.
C’è qualcosa che ti ha sorpreso nella cultura di LimaCorporate?
Ho sempre sentito nei miei confronti molta fiducia. Quando ero all’università non mi sarei mai aspettato che un giorno qualcuno mi dicesse: “C’è bisogno di un nuovo laboratorio, fallo. Noi ti diamo le risorse e tu gestisci il progetto.” Io non avevo mai fatto qualcosa di così ambizioso e con risorse così ingenti. Il fatto che l’Amministratore Delegato in persona mi abbia sostenuto e abbia detto che si fidava delle mie idee è stato bello e sorprendente al tempo stesso. Anche perché non era a rischio solo la mia credibilità professionale. Se qualcosa fosse andato storto sarebbe stato un grosso problema per l’azienda.
Anche in questo caso siamo davanti ad una caratteristica culturale che distingue LimaCorporate rispetto a quanto sento dire di molte altre aziende.
Quanto incide la storia di LimaCorporate in quello che l’azienda è oggi?
Se siamo relativamente sicuri di poter proporre cose nuove è perché siamo certi del nostro background, sia personale che aziendale. Noi sappiamo che tutto quello che facciamo come azienda ha una forte base di innovazione e di sfida tecnica, ma ci fidiamo del nostro lavoro e partiamo da una base molto solida. Questo non solo per il prodotto finito, ma anche per il modo in cui arriviamo allo stesso.
All’interno di LimaCorporate ci sono grandi competenze, forse a volte potremmo essere ancora più sicuri di noi stessi.
Pensi che il territorio abbia qualche tipo di influenza su LimaCorporate come azienda?
Sono convinto che la LimaCorporate non sarebbe l’azienda che è se non fosse in Friuli-Venezia Giulia.
Oggi LimaCorporate è un’azienda internazionale per cui lavorano tantissime persone da tutto il mondo ma secondo me mantiene un’anima friulana. Le persone di questa terra sono per indole molto legate al lavoro. Sono portate a trattare l’azienda per cui lavorano come fosse loro, mettendoci sempre un po’ del proprio.
LimaCorporate è sempre stata molto attaccata al territorio ed è sempre rimasta in zona, nonostante la posizione non sia tra le più comode e ben collegate. E chi ci lavora ed è friulano secondo me capisce molto bene l’importanza di poter lavorare in un’eccellenza che è anche sulla porta di casa e permette di mantenere il contatto con la propria terra.
C’è anche stata la capacità di alimentare il nucleo di LimaCorporate con l’arrivo di nuove personalità da altre zone del mondo. Personalmente, sono orgoglioso di lavorare per LimaCorporate perché, oltre ad essere una multinazionale, sento di lavorare per un’eccellenza del Friuli-Venezia Giulia.
Cosa ti appassiona fuori dal lavoro?
Mi piacciono le attività manuali. Mi piace lavorare il legno e dar forma alle cose.
Mi piace fare sport. Ho praticato la corsa in montagna fino a quando ho cominciato a lavorare, adesso continuo a correre e ad andare in bici. Mi piacciono in generale gli sport all’aria aperta, soprattutto ora che sono papà e bisogna conciliare i propri hobby con le esigenze famigliari.
Una passione recente, che ho apprezzato soprattutto durante il lockdown, è quella di piantare alberi. Purtroppo, ho finito lo spazio in giardino per farlo ma, se potessi, lo farei anche nel giardino degli altri.
Se non avessi seguito questa carriera cosa avresti fatto?
Vivendo nel mondo dei sogni, dove non bisogna guadagnare per vivere, mi sarebbe piaciuto fare l’alpinista o l’esploratore.
Se devo invece pensare a qualcosa di più concreto… sinceramente non ci ho mai pensato perché sento di essere nel posto in cui devo essere. Dovessi cambiare, manterrei fermo il mio proposito di aiutare le persone che comunque hanno difficoltà o con disabilità.

Vi presentiamo Matej Ferletič, Area Sales Manager per Eastern Europe in LimaCorporate
Osare non è sempre appagante ma se non ci fosse nessuno a farlo, andremmo ancora in giro con cavallo e calesse. Mi piace far parte di un’azienda che cerca sempre di portare soluzioni nuove.
Ciao Matej, raccontaci un po’ di te. Chi sei? Da dove arrivi? Qual è il tuo ruolo all’interno di LimaCorporate?
Sono originario di Doberdò del Lago, un paese in provincia di Gorizia, e faccio parte della minoranza slovena del Friuli Venezia Giulia. In LimaCorporte sono Area Sales Manager per Eastern Europe. Nella pratica mi occupo direttamente del mercato sloveno, della gestione dei distributori attuali e della ricerca di nuovi partner commerciali.
Come sei arrivato in LimaCorporate, qual è il tuo background?
È tutto nato dal caso. Subito dopo il liceo ho iniziato a lavorare come programmatore per un’azienda di software in cui mi occupavo di chip. Durante questa prima esperienza però mi sono reso conto che il lavoro d’ufficio canonico non faceva per me e che la mia indole mi spingeva verso l’area commerciale. Per un periodo ho provato a fare vendite nell’ambito informatico con prodotti ideati da me ma, proprio quando stavo per trasferirmi a Londra, mi sono imbattuto in un annuncio di lavoro in cui un’azienda ortopedica cercava un bilingue in zona Gorizia. Io non ne sapevo niente ma ho fatto comunque il colloquio e mi hanno preso. Il mondo dell’ortopedia mi ha affascinato subito. Ho studiato tanto anatomia, le protesi, le patologie, andavo a chiedere aiuto ai chirurghi.
Il distributore per cui lavoravo era piccolo ma ciò mi ha permesso di prendere dimestichezza con tutti gli aspetti del lavoro. Dopo nove anni, ho fatto il salto con una multinazionale occupandomi di Slovenia ed Emerging markets, e dopo quattro anni, nel 2017, sono arrivato in LimaCorporate.
In LimaCorporate ho iniziato come Marketing Manager per Easter Europe e responsabile delle vendite del ginocchio per la Slovenia. Dopodiché, nel 2019, ho avuto l'opportunità di affiancare l’attività di vendite al marketing in tutta l’area.
Come mai hai deciso di unirti a LimaCorporate?
All’epoca la mia azienda era in fase di ristrutturazione e per continuare a lavorare lì avrei dovuto spostarmi a Milano. Io non volevo assolutamente farlo e ho interrotto la collaborazione.
Naturalmente in tutte le esperienze ci sono dei pro e dei contro. Nelle aziende, molto grandi, come quella in cui lavoravo prima, tutto era già scritto e prestabilito. I binari erano tracciati e non era possibile lasciarli. In LimaCorporate invece i binari si creano, assieme al gruppo. È un continuo work in progress e i risultati che si ottengono sono frutto del lavoro di squadra che spinge verso lo stesso obiettivo.
Quando stavo per lasciare la mia vecchia azienda avevo la possibilità di scegliere tra due nuove realtà ma è bastato parlare con il mio responsabile per capire che LimaCorporate era la scelta giusta per me.
Lima è un’azienda innovativa che fa innovazione. È raro che segua percorsi già battuti, e questo è molto stimolante. Ti dà la possibilità di crescere come professionista e come persona e, dato che nella vita non si smette mai di imparare, è una grandissima opportunità.
Parliamo del tuo ruolo in azienda. Sei la connessione tra LimaCorporate e i paesi Eastern Europe ma non solo. Una connessione che esiste anche dentro di te, visto l’appartenenza alla minoranza slovena in Italia. Hai una giornata tipo?
Una parte fondamentale del mio lavoro è cercare nuovi distributori e non sempre è semplice. Nei paesi con cui ho a che fare io, LimaCorporate non è ancora ben conosciuta. Potrebbe sembrare uno svantaggio ma in realtà gioca a mio favore perché quando presento l’azienda, è subito chiaro quale sia il nostro background, con un’esperienza pluridecennale e prodotti ottimi. La parte più difficile arriva quando il distributore deve a sua volta confrontarsi con i chirurghi e convincerli ad usare LimaCorporate.
La mia giornata mi vede quindi rispondere alla mole di e-mail che mi arrivano dai distributori e coltivare i rapporti con loro. Ovviamente c’è anche la gestione della parte amministrativa, logistica, regolatoria.
Ecco, quindi, cosa intendo quando dico che spesso i binari sono da “costruire”. Mi confronto con paesi con cui LimaCorporate, in alcuni casi, non ha mai avuto a che fare. Paesi con legislazioni e procedure completamente diverse, che però vanno seguite per poter accedere al mercato. È questa la fase in cui si lavora di squadra con i team legal, regulatory, customer service per adempire alle richieste.
Poi ovviamente ci sono i rapporti con i partner consolidati con cui l’obiettivo è mantenere e aumentare la nostra quota di mercato.
E come si mantiene la quota di mercato?
Io spingo sempre sulla Medical Education. Cerco di convincere i distributori a mandare i medici in giro per il mondo per assistere a Focus Session o a Surgeon to Surgeon. Quando i chirurghi partecipano ad un evento di medical education e possono toccare con mano la qualità dei prodotti LimaCorporate, diventano quasi automaticamente nostri partner.
Stai lavorando a qualche progetto interessante?
Il mio focus, in questo momento, sono i paesi del Golfo e il Sud Africa. Il Golfo è un mercato interessante ed è la porta per arrivare in altri paesi dell’area.
L’obiettivo di LimaCorporate è restituire l’emozione del movimento nei pazienti e a migliorare continuamente l’ortopedia. Cosa significa per te?
Il mondo dell’ortopedia è affascinante di per sé, ma solo quando ci lavori capisci quanto sia importante. In Lima lo è ancora di più perché siamo un’azienda che innova e sa osare.
Osare non è sempre appagante ma se non ci fosse nessuno a farlo, andremmo ancora in giro con cavallo e calesse. Mi piace far parte di un’azienda che cerca sempre di portare soluzioni nuove.
È questo quello che ci differenzia dai competitors?
Tanto dipende dalla grandezza dell’azienda. Ovviamente anche i big hanno un dipartimento dedicato alla ricerca ma non è quello il focus aziendale.
Sono le aziende più piccole come LimaCorporate che devono osare per imporsi sul mercato. Alcune aziende della stessa grandezza si accontentano di proporre gli stessi prodotti. Non dico che Lima sia l’unica ad avere questa filosofia ma per noi innovare e migliorare costantemente è un mantra, non possiamo permetterci di fare diversamente.
Quali sono i traguardi di cui vai più fiero da quando sei in LimaCorporate?
Sicuramente mi rende orgoglioso aver aperto la strada per portare LimaCorporate il Golfo. Aver spinto molto la Medical Education in Eastern Europe sta portando risultati importanti che mi rendono orgoglioso.
In LimaCorporate parliamo sempre di passione e persone. C’è un esempio di collaborazione particolarmente riuscita?
Quando ho iniziato a lavorare in LimaCorporate i paesi di Eastern Europe formavano un’unica area con i paesi di Southern Europe.
Durante quel periodo si sono stretti rapporti di collaborazione così stretti che ancora oggi molta Medical Education di Eastern Europe viene fatta in Portogallo. Lo stesso format viene usato anche negli altri paesi dell’area, Polonia,Repubblica Cieca ecc., ma la collaborazione con il Portogallo però dimostra come i rapporti umani siano più forti della distanza geografica.
Come ti rapporti con i chirurghi?
Anche in questo caso i rapporti umani sono fondamentali. Quando visito i distributori organizziamo spesso incontri con i chirurghi che amano avere rapporti diretti con la casa madre. Il lato umano nel nostro lavoro è fondamentale e a me piace proprio per questo.
Se dovessi descrivere la cultura Lima in poche parole?
Ne bastano due: innovazione e passione. La seconda è fondamentale. Tantissimi in Lima lavorano come se l’azienda fosse loro e questo fa la differenza.
Trovi che il nostro Italian Design sia un punto a favore nella tua area?
Gli stereotipi esistono ovunque e anche verso gli Italia ce ne sono. Ma se vai ad analizzare cosa ha prodotto l’Italia in termini di design e ingegneria, il genio italiano è innegabile. Quando iniziamo a lavorare assieme tutti si rendono conto della serietà di LimaCorporate quindi riamane solo la parte positiva dello stereotipo.
Chi ha a che fare con Lima capisce che il futuro dell’azienda è quello di diventare uno dei più importanti player mondiali in ortopedia.
Cosa ti appassiona al di fuori del lavoro?
Mi piace l’arte e lo sport. Disegno, leggo, fotografo, ogni tanto scrivo. Giocavo a calcio, faccio surf, basket, tennis. Capisco bene quindi cos’è l’emozione del moviento, the eMotion of Motion.
Con due bambini piccoli il tempo è poco.
Se potessi cambiare completamente lavoro cosa faresti?
Cosa voglio fare da grande? Ancora non lo so. Di sicuro non farei dei miei hobby un lavoro perché avrei paura di far venire meno la parte di divertimento.
A livello professionale, ho avuto l’opportunità di cambiare settore ma sento che ho ancora troppo da imparare per abbandonare l’ortopedia.
Secondo te far parte di una minoranza ti ha aiutato in campo lavorativo?
La cultura italiana e quella slovena sono diversissime e mi reputo molto fortunato a portarle entrambe dentro di me. Vivere sul confine vuol dire avere molte opportunità, e una maggiore apertura mentale in generale. Io ho anche la fortuna di avere due lingue madri, e certamente il tutto mi ha aiutato sul lavoro.

Vi presentiamo Our engineers, i nostri ingegneri presso il ProMade POC Center
Ciao Ragazzi, presentatevi, come vi chiamate, da dove venite, cosa fate in LimaCorporate?
DJ: Mi chiamo Doug Jones e sono un Ingegnere di Produzione al ProMade PoC Center. Ora vivo a New York ma sono originario della California.
AB: Sono Alessio Barone e vengo da Palermo, Sicilia. Lavoro come Process Engineer nello stabilimento produttivo di LimaCorporate a Segesta. Ora sono temporaneamente basato a New York al ProMade PoC Center.
GC: Sono Giovanni Caccamo. Anche io sono nato in Sicilia, ma da diciassette anni vivo in Friuli Venezia Giulia, dove si trova la sede centrale di LimaCorporate.
JM: Ciao, mi chiamo Juan Morales e lavoro qui al ProMade PoC Center. Sono New Yorkese da ormai 31 anni.
Quando è iniziato il vostro percorso in LimaCorporate?
DJ: Ho iniziato a Febbraio 2021.
JM: Anche io ho cominciato all’inizio del 2021. Siamo proprio le nuove leve.
AB: Io ho iniziato nel 2009 quindi sono già passati 12 anni.
GC: Vi batto tutti, sono qui da 17 anni.
Perchè avete deciso di unirvi a LimaCorporate?
DJ: Il ProMade PoC Center mi ha affascinato da subito. Ho pensato fosse un’opportunità unica nel suo genere quella di aprire uno stabilimento produttivo all’interno di un ospedale. Mi sono concentrato sulle opportunità che avrei avuto in azienda e all’impatto positivo che avrei potuto avere suIla vita delle persone.
AB: Penso di essere trovato al posto giusto al momento giusto. Lo stabilimento in Sicilia stava crescendo e ho visto un’opportunità unica per me. C’erano nuove tecnologie, un buon ambiente di lavoro e un gruppo fantastico.
GC: Per me è stato il primo lavoro. Avevo solo 18 anni ma ho avuto da subito una buona sensazione sull’ambiente di lavoro in cui stavo entrando. Avevo ragione.
JM: Avevo già lavorato nel settore medicale in precedenza. Poi ho lavorato anche nella Ricerca e Sviluppo, ma ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto unire i due mondi. Ecco quando ho trovato LimaCorporate.
Quali sono le sfide che affronti ogni giorno a lavoro?
DJ: Per me la sfida più grande è adattarmi a questo nuovo settore, dato che il mio passato professionale è nell’aeronautica. Sto imparando e mi accorgo di apprendere ogni giorno qualcosa di nuovo. Il settore medicale è interessante ma anche regolato, il che rende lavorare al ProMade PoC Center molto stimolante.
AB: Grazie a questa esperienza al ProMade PoC Center ho avuto l’opportunità di affrontare le molte sfide che derivano dall’apertura e dalla costruzione di uno stabilimento produttivo ex novo. È stata una esperienza professionale e personale grandiosa.
GC: Per aprire uno stabilimento produttivo in un ospedale bisogna sapere molto bene quello che si sta facendo. Anche se il ProMade PoC Center è di dimensioni ridotte, presenta ha le stesse necessità di uno stabilimento grande. Qui supervisioniamo tutto, dai nuovi fornitori ai nuovi colleghi. Di sicuro non ci annoiamo mai.
JM: La sfida principale è essere un tuttofare con conoscenze in diversi ambiti. All’inizio può spaventare ma sento di migliorare ogni giorno e soprattutto di crescere ogni giorno professionalmente.
La missione di LimaCorporate è restituire l’emozione del movimento nei pazienti per rendere la loro vita più facile e attiva. Per questa ragione cerchiamo di trasformare e migliorare il settore ortopedico. Cosa significa per voi?
DJ: Cerco di tenere bene in mente il l’effetto che il mio lavoro ha sul Paziente, in qualsiasi attività che veda il mio contributo. Che sia la creazione di un nuovo impianto o lo sviluppo di un nuovo processo produttivo. Ogni giorno quando arrivo a lavoro mi chiedo: come posso migliorare il prodotto? Come faccio a migliorare l’esperienza del paziente?
AB: Quello che stiamo costruendo qui al ProMade PoC center è guidato dalle innovazioni tecnologiche. Per me significa migliorare di conseguenza le mie competenze personali e progredire anche a livello professionale.
GC: Per me significa che l’azienda LimaCorporate è già proiettata nel futuro. Nel corso dei miei 17 anni qui ho visto cambiare in meglio molte cose, non vedo l’ora di scoprire cosa succederà da qui in avanti.
JM: Penso che tutti in LimaCorporate siano focalizzati sul futuro e sul miglioramento delle soluzioni che proponiamo. Dopo la formazione in sede e qui, sento che il contributo più significativo che posso dare è quello di portare nuove idee. Sono curioso di scoprire cosa realizzeremo al ProMade PoC Center perché so che potremo fare davvero la differenza nella vita delle persone proponendo loro soluzioni personalizzate.
Cosa vi ha sorpreso maggiormente quando siete entrati al ProMade PoC Center e ovviamente in LimaCorporate?
DJ: Buona domanda! Quello che mi ha sicuramente colpito quando ero in Italia per seguire il programma formativo per i nuovi assunti è stata la passione che tutti mettono nel proprio lavoro. Sembra che tutti siano felici di venire a lavoro, fare del proprio meglio, spingersi oltre per spingere oltre anche l’azienda. Tutti sembrano incarnare quella visione pionieristica che contraddistingue LimaCorporate. Poi, una volta arrivato al ProMade PoC Center a New York ho pensato a quanto fosse bello avere una tale opportunità nel centro di Manhattan. È una struttura unica nel suo genere, stiamo esplorando terre sconosciute ed è molto affascinante esserne parte.
AB: Mi sono sempre occupato di tecnologia, ma in LimaCorporate mi ha colpito soprattutto lo spirito di gruppo. Siamo un grande team ed è bello vedere così tante persone spingersi verso lo stesso obiettivo. Sono molto orgoglioso di fare parte di questa squadra.
GC: LimaCorporate è più di un posto di lavoro, è la mia casa da 17 anni. Il ProMade PoC Center è come un figlio per me. Potete solo immaginare quanto mi renda felice vederlo aperto. Spero che cresca sempre di più.
JM: Un aspetto che mi ha davvero affascinato quando sono arrivato in LimaCorporate è stata la passione che tutti mettono nel loro lavoro. Si percepisce la passione per l’ingegneria e la voglia di creare prodotti di ottima qualità. Ho notato anche che tutti prestano molta attenzione all’estetica. Gli impianti o gli strumentari non solo devono essere perfetti e funzionali, devono anche mantenere un design riconoscibile e “italiano”.
Il che ci porta al prossimo argomento che riguarda le nostre radici Italiane. Pensate che il nostro passato ci distingua dai competitors? Trovate che il “design” italiano viva anche lì a New York?
DJ: L’esperienza di LimaCorporate si respira ogni giorno. Durante la formazione ho avuto modo di fare molte domande a Giovanni e alle persone in HQ. Ho ricevuto solo risposte interessanti e cariche di esperienza. Direi che quindi il DNA Italiano è ancora presente e ben visibile, anche qui a New York.
AB: Credo che la nostra eredità giochi un ruolo fondamentale nel nostro successo. Ogni nuovo prodotto, ogni nuova idea viene filtrata dall’esperienza e ciò fa una grande differenza.
GC: Penso che la nostra esperienza e il nostro passato siano la nostra forza. È quello che ci rende unici.
JM: La mia esperienza professionale è nella produzione generale ma pian piano sto imparando a lavorare con la stampa additiva. So che quando le aziende americane stavano appena iniziando ad usare la stampa 3D, LimaCorporate aveva già maturato anni di esperienza. È un fattore che non si può trascurare e che fa la differenza in tutto il mondo.
Ora che il ProMade PoC Center è aperto, come vedete il suo futuro e il futuro dell’ortopedia in generale?
DJ: Penso che il ProMade PoC Center rappresenti una grande opportunità per il settore. Posso solo immaginare le tecnologie che nasceranno da una simile collaborazione tra chirurghi e ingegneri. È sempre molto difficile riunire tutte le persone in una stessa stanza per discutere nuove idee e tecnologie, ma qui è possibile. Anche se faccio parte di questo settore da poco, credo che vedremo innovazioni veloci su processi e soluzioni, portando molti miglioramenti all’ortopedia.
AB: Vedo due opportunità principali che derivano dal ProMade PoC Center. La possibilità per gli ignegneri di lavorare fianco a fianco con i chirurghi e la possibilità di mostrare come lavoriamo e la qualità che mettiamo nei nostri impianti.
GC: In aggiunta a quanto detto da Alessio, credo anche la velocità nel servizio sarà un fattore chiave del ProMade PoC Center.
JM: Il ProMade PoC Center è il simbolo del lean manufacturing. Siamo tutti riuniti qui e questo ci consente di arrivare a soluzioni veloci, veloci cambi di design e un successo più veloce per il paziente.
Se doveste scegliere tre parole o concetti per descrivere LimaCorporate quali usereste?
DJ: Penso che la parola che meglio descrive LimaCorporate abbia a che fare con la passione. Tutti sono appassionati in LimaCorporate e tutti lavorano come se l'azienda fosse loro, il che rende l'ambiente molto amichevole, che è la seconda parola che userei per descrivere l’azienda. LimaCorporate è anche innovativa e focalizzata sulla trasformazione dell'ortopedia.
AB: Sono d'accordo con Doug. La passione dei dipendenti di LimaCorporate è evidente a tutti coloro che vengono a trovarci. Siamo anche innovativi, veri pionieri nel nostro settore. Inoltre, ci impegniamo per la precisione e la qualità, quindi come terza concetto che userei è “focalizzati sulla qualità”.
GC: Anch'io sono d'accordo con entrambi. Aggiungerei solo internazionale. Il fatto che io e Alessio siamo qui la dice lunga su quanto siamo globali ed entusiasti.
JM: Sono d'accordo con i miei colleghi, siamo davvero appassionati, innovativi e focalizzati sulla qualità.
Che cosa amate del vostro lavoro? Cosa vi motiva?
DJ: Il lavoro qui è ogni giorno diverso il che è molto interessante. Inoltre, lavoro con persone grandiose.
AB: Per qualcuno che ama la tecnologia e la produzione avanzata come me, questo è il posto giusto. Qui, posso esplorare diversi aspetti del lavoro che amo e per me è una grande fonte di motivazione.
GC: Per me è l’opportunità di iniziare da un’idea o un disegno e trasformarli in qualcosa di concreto.
JM: Per me è l’opportunità di aiutare qualcuno e vedere nascere nuove tecnologie.
Cosa vi appassiona al di fuori del lavoro?
DJ: Passo molto tempo con la mia famiglia. Mi sono appena sposato e trasferito a NY. Io e mia moglie amiamo passare il tempo all’aria aperta ed esplorare i dintorni.
AB: Anche io adoro passare tempo con la mia famiglia. Sono la ragione per cui sono qui.
GC: Io amo suonare la batteria e guidare la mia moto. Assieme a mia moglie, ovviamente.
JM: Anche io passo molto tempo con la famiglia. Più in generale invece, amo l’estate e tutte le attività ad essa collegate.

Vi presentiamo Chiara Gorasso, Quality Management System (QMS) Coordinator.
Ciao Chiara, presentati. Cosa ti ha maggiormente influito nella tua carriera, e cosa ti ha portata ad intraprenderne una in LimaCorporate?
Ho sempre amato la matematica e le scienze. Mia madre è un’insegnante di matematica, mio padre è un ingegnere. Si può dire che l’amore per le scienze sia nel DNA della mia famiglia. Alla fine del liceo, un amico che frequentava Ingegneria biomedica mi ha ispirata e ho deciso di intraprendere lo stesso percorso di studi. È stato amore a prima vista. L’ingegneria biomedica è la fusione tra ingegneria, medicina e anatomia e sono subito rimasta affascinata dal modo in cui le nuove tecnologie vengono applicate al mondo sanitario e alle scienze.
Dopo essermi laureata presso l’Università di Padova, mi sono trasferita a Milano per completare il master in ingegneria biomedica. Anche se all’inizio non pensavo di dedicarmi al mondo dell’ortopedia, è sempre stato un settore di mio interesse. LimaCorporate è una delle aziende medicali più grandi del Friuli-Venezia Giulia, quindi è stato un proseguo naturale venire a lavorare qui.
br/>Mi sono unita a LimaCorporate quasi quattro anni e mezzo fa come Process Validation Engineer nel Dipartimento Qualità dell’azienda. Dopo alcuni mesi, ho avuto l’opportunità di cambiare funzione e unirmi al team QMS (Quality Management System) ricoprendo il mio ruolo mio ruolo attuale, che adoro.
Raccontaci di più sul tuo ruolo in LimaCorporate.
In veste QMS Coordinator garantisco che i prodotti LimaCorporate siano conformi alle pratiche manifatturiere, che rispondano agli standard qualitativi più elevati e che soddisfino tutti i requisiti regolatori. Non esistono due giorni uguali nel mia vita professionale. Passo dall’organizzare audit interni, alla creazione di nuove procedure da applicare ai processi per la produzione di dispostivi medici. Il mio lavoro è sempre entusiasmante con sempre nuove sfide dietro l’angolo.
Collaboro con diverse aree aziendali e mi confronto con le loro necessità. Il nostro lavoro è essenziale per garantire che tutti i processi di lavoro che possono impattare la qualità siano garantiti. Anche se il mio lavoro è rivolto per la maggior parte all’interno dell’azienda, mi interfaccio spesso con le nostre flilaili, le autorità e gli enti di certificazione (le organizzazioni che certificano la conformità dei prodotti prima che questi vengano rilasciati sul mercato), per garantire che tutti gli standard qualitativi siano rispettati. Mi occupo anche di formare i team di produzione, design e sviluppo per assicurarmi che seguano i requisiti definiti dal Sistema Gestione Qualità di LimaCorporate.
Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
Mi rende felice far parte di un progetto da cui nascono i prodotti della più alta qualità possibile. La qualità è sempre presente in LimaCorporate, dall’area produttiva alla sala operatoria. Come ingegnere della qualità, aiuto i gruppi di lavoro a dare le migliori soluzioni possibili, che non solo migliorino la vita dei pazienti ma che la cambino in toto.
Sono curiosa per natura e mi piace aiutare i team, soprattutto in un settore come il nostro dove le regole cambiano in fretta.
In che modo il tuo team contribuisce all’innovazione?
Il Dipartimento Qualità è coinvolto nella definizione e nello sviluppo dei processi per diverse attività, e lavora con i team che sviluppano nuove tecnologie e soluzioni. È compito nostro avere sempre il polso della situazione ed essere un passo avanti rispetto alle potenziali regolamentazioni. È importante che i nostri prodotti e le nostre procedure siano conformi ai rispettivi requisiti di mercato nel mondo. Dietro ogni innovazione, tecnologia o materiale che entra sul mercato ci sono requisiti qualitativi e regolatori. Senza i processi qualitativi per la produzione, non potremmo fornire le soluzioni alto livello per cui siamo famosi nel mondo.
Quali sono le sfide che affronti ogni giorno?
Capire le necessità dei dipartimenti e gestire le relazioni affinchè tutte siano rispettate è una parte importante del mio lavoro. Lavoriamo con alcune delle menti più brillanti di LimaCorporate e spesso collaboriamo con persone che hanno un’altissima esperienza tecnica. È importante comprendere le loro necessità specifiche tradurle in procedure codificate, documenti o elementi operazionali. Gestire le diverse parti del flusso di lavoro e le aspettative di ognuno è una sfida, spesso da cogliere e portare a termini in tempi molto stretti. Detto questo, essere gentile e calma porta lontano. Siamo parte di un grande team e cerchiamo davvero di supportarci l’un l’altro da un capo all’altro del globo per raggiungere il nostro obiettivo comune.
Cosa ti rende più orgogliosa della tua carriera?
Di recente ho partecipato ad un corso esterno tenuto dal nostro Ente Certificatore per diventare Revisore. Il corso è stato molto duro ma sono orgogliosa di poter dire che ora sono un Revisore qualificato all’interno e all’esterno dell’azienda.
Se non avessi intrapreso questa carriera, quale sarebbe il tuo lavoro dei sogni?
È abbastanza divertente, ma quando avevo sette anni venni intervistata per il giornalino della mia scuola di nuoto. Mi chiesero cosa volessi diventare da grande e io risposi ingegnere, come mio padre. Ora lo sono e amo quello che faccio. Amo il settore dei dispositivi medici. Se proprio dovessi scegliere di nuovo, data la mia passione per gli sport come la corsa, il nuoto o le escursioni in montagna, mi vedrei bene nella veste di allenatrice. Mi piace aiutare le persone, soprattutto i bambini, a sviluppare i loro talenti nascosti. Tutti meritano di sentirsi un campione o una campionessa e di essere a conoscenza delle proprie risorse.
Se la storia di Chiara ti ha ispirata/o e sei interessata/o ad unirti alla famiglia LimaCorporate, visita la nostra pagina dedicata per prendere visione delle posizioni aperte.

Vi presentiamo Federico Leandrin, Coordinatore di Sviluppo Prodotto ProMade per gli USA.
Quando e come hai iniziato la tua carriera in LimaCorporate? Qual è la tua esperienza personale?
Ciao! Mi chiamo Federico Leandrin e sono il Coordinatore di Sviluppo Prodotto ProMade per gli USA. Al momento lavoro nel cuore pulsante di New York City presso l’Hospital for Special Surgery, al ProMade PoC Center dove sono Responsabile della supervisione degli impianti su misura progettati e prodotti per il mercato statunitense. Ho iniziato a lavorare in LimaCorporate a giugno 2016, dopo la laurea in Ingegneria dei Materiali con Specializzazione in biomateriali e tecnologie biomediche. Ho iniziato la mia carriera all’interno del gruppo ProMade, in qualità di Ingegnere di Sviluppo Progetto Junior (allora eravamo solo in quattro persone!). Gli anni scorsi l’intero gruppo ha avuto un’evoluzione senza precedenti e questo ha portato all’emergere di grandi opportunità.
Tu sei stato il primo ingegnere ProMade a lavorare e collaborare attivamente con l’Hospital for Special Surgery di New York, all’interno della nuova struttura di LimaCorporate. Quali sono le tue sensazioni al riguardo?
Si tratta di un’esperienza incredibile ed io sono orgoglioso di essere il pioniere di tale collaborazione rivoluzionaria tra LimaCorporate ed HSS. Trovarsi all’interno dell’Ospedale primo classificato al mondo per l’Ortopedia, lavorare a stretto contatto con chirurghi di fama internazionale per imparare a riconoscere ed affrontare le sfide che si presentano loro nei casi più complessi, sono tra gli aspetti di maggior valore che rendono questa cooperazione un qualcosa di unico. Al momento stiamo lavorando a parecchi progetti in HSS ed in tutti gli USA ed iniziamo a vedere l’impatto che il nostro servizio ha sia nella vita del paziente che nella pratica chirurgica.
Quali sono le sfide nel lavorare in un ambiente così innovativo? C’è qualcosa che ti manca della vita in Sede?
Questa esperienza ha rappresentato senza dubbio un cambiamento radicale per me, sia dal punto di vista professionale che personale. Ci sono talmente tanti stimoli offerti quotidianamente da questo nuovo ambiente, che gestirli tutti è stato probabilmente l’aspetto più sfidante da trattare finora. Suppongo che questo faccia parte della natura innovativa di ciò che LimaCorporate sta costruendo qui in HSS e naturalmente, senza l’abituale supporto diretto della Sede, ogni cosa richiede particolare attenzione. Questa sorta di gestione autonoma può facilmente portarti al limite e, quando capita, mi piace pensare che “la vita inizia oltre la tua zona di comfort”!
Secondo te, in una prospettiva globale, quale impatto avrà la nuova struttura per LimaCorporate?
Abbiamo l’opportunità di cambiare completamente il modo di pensare delle persone riguardo all’Ortopedia ed abbiamo la soluzione personalizzata per pazienti difficili. Stiamo portando la tecnologia nelle mani dei chirurghi, dove competenza ingegneristica e clinica si fondono perfettamente. Ed ho la sensazione di essere solo all’inizio del nostro percorso.
Che cosa ti rende orgoglioso del tuo lavoro?
Può sembrare ovvio, ma la chiave è far parte di un gruppo dinamico ed energico che riconosce il contributo di ciascuno. Insieme impariamo dagli errori ed insieme festeggiamo i successi.
Oltre a questo, la possibilità di vedere l’evoluzione di ciò che creo dal concetto all’applicazione finale è qualcosa di estremamente gratificante. Ogni volta che vado in sala operatoria e che sperimento il beneficio che queste creazioni personalizzate ed uniche hanno sui pazienti, tutto questo mi riempie di orgoglio. Strumenti, competenza, passione e buone relazioni sono gli ingredienti di questi risultati.
Secondo te, quali sono le caratteristiche richieste per lavorare in LimaCorporate?
Sono onesto, penso di essere ancora nella fase di definizione e completamento delle mie abilità (e non sono sicuro che finirò mai di farlo!), ma ciò che ho imparato finora dalla mia esperienza in Lima è che tutto può accadere molto velocemente, indipendentemente dall’entità del progetto. È necessario essere pronti a pensare fuori dagli schemi, essere veloci nel prendere decisioni senza avere paura di intraprendere la strada sbagliata. I rischi e gli errori fanno parte dell’attività e tu, insieme al tuo gruppo, dovresti sapere come trarre il massimo da ogni esperienza.
Quale consiglio daresti a te stesso da giovane?
Se penso a qualche anno fa, probabilmente starei osservando le belle montagne di Trento dove ho studiato e direi: continua a studiare, mantieni le tue passioni, non temere di andare all’estero a vedere come vive il resto del mondo, costruisci relazioni. Io penso che la vita di ognuno sia segnata dalle scelte: qualche volta facciamo la scelta giusta volontariamente, qualche volta la facciamo involontariamente. In ogni caso mi piace l’idea che se continui a fare la cosa giusta ti capiteranno delle belle cose.
Se per ipotesi tu potessi fare un altro mestiere, quale vorresti fare e perché
A dire il vero, penso di aver ancora molto da imparare da ciò che sto facendo ora e dalle persone con cui lavoro.
Guardando al futuro, spero di poter coltivare nuovi interessi e stabilire nuovi obiettivi personali. Sicuramente mi arricchirebbe espandere le mie conoscenze verso il funzionamento di un’organizzazione nel suo complesso, non solo da un punto di vista tecnico ed ingegneristico ma anche da una prospettiva dell’attività.